A22, colpo di scena. Partita la gara. L'Austria ci sfida
Autobrennero. È scaduto il bando dopo un anno e mezzo di ricorsi
Trento, 9 ottobre 2012 – Le due Province Autonome di Trento e Bolzano avevano provato fino all'ultimo ad evitare la gara. E chi non le capisce. I 314 chilometri della “loro" autostrada da Modena al Brennero fanno incassare, nonostante la crisi, qualcosa come un milione di euro al giorno di pedaggi, i dividendi sono sull'ordine dei 30 milioni l'anno post tasse. Tasse che, in virtù dell'autonomia sancita dallo statuto, rimangono per i nove decimi in Trentino Alto Adige. La società ha chiuso il bilancio 2011 con il più elevato utile netto della sua storia: 84,4 milioni, il 31% in più del 2010. E invece non solo la gara è stata indetta, la prima volta in 50 anni e il primo caso in Italia per una concessione pubblica, ma alle "qualificazioni" si è presentato pure lo straniero, con il rischio che la concessione dell'A22 Autostrada del Brennero Spa, uno dei bocconi più ghiotti in tema d'infrastrutture, finisca in mani foreste.
IL BANDO. Sono scaduti da pochi giorni i termini del bando di gara europeo per la concessione dell'A22 del Brennero, di cui è titolare l'Autobrennero Spa, società per oltre l'80% in mano pubblica con la Regione Autonoma Trentino Alto Adige, le due Province i rispettivi capoluoghi a far la parte del leone. La concessione dell'A22 non era mai andata in gara, la scadenza è fissata il 30 aprile 2014, durerà 50 anni. Le condizioni finanziarie imposte dall'Anas sono impegnative: 3 miliardi d'investimenti da garantire, 140 milioni di euro da versare sull'unghia allo Stato e 70 milioni l'anno fino a raggiungere il valore della concessione di 568,7 milioni, oltre al canone annuale e all'accantonamento per il fondo al tunnel ferroviario del Brennero, 34 milioni l'anno messi da parte dal 1998 per la costruzione della ferrovia e che oggi fanno 550 milioni. Gli azionisti Luis Durnwalder, presidente della Provincia autonoma di Bolzano e Lorenzo Dellai di Trento, ben conosciuto dalle nostre parti per la feroce opposizione alla Valdastico nord, sono non poco preoccupati per gli eventuali profitti mancanti e per quel "tesoretto" dei 550 milioni pro tunnel. Alla gara si oppongono da un anno e mezzo con una serie di ricorsi, uno dei quali (sul merito) pende ancora al Tar del Lazio. Picche. Il Governo ha premuto sull'acceleratore, nonostante in realtà la riforma dell'Anas abbia rallentato i tempi, per anticipare a quanto pare prima possibile il rimborso degli investimenti fatti.
I GIOCATORI. Sull'elenco dei concorrenti in gara l'Anas non si è al momento sbilanciata in attesa di compiere la verifica dei requisiti e richiedere poi le offerte. A partecipare si è iscritta la società uscente con la sua cordata a quanto pare di grandi banche Intesa Unicredit, i costruttori emiliani Pizzarotti e Copsette, nonché Serenissima Costruzioni che detiene in A22 la quota della Brescia-Padova. I ben informati dicono che i vertici della Brennero-Modena avessero cercato fino all'ultimo di aggregare alla loro Ati, Associazione temporanea d'impresa, il gigante austriaco Strabag Se, gruppo da oltre 14 miliardi di euro in volumi d'affari autostradali e infrastrutturali e quasi 77mila addetti, ricevendone un cortese rifiuto. Per questo, ora che il maxi-gruppo ha confermato la sua partecipazione al bando in corsa solitaria, i vertici della società uscente ma soprattutto i maggiori azionisti masticano amaro. Il colosso austriaco è considerato un pericoloso concorrente, per il quale peraltro il valore di subentro di 400 milioni per gli investimenti non ammortizzati al 30 aprile 2014, oltre a tutto il resto, potrebbe non costituire un grosso problema. Nei mesi scorsi circolavano anche le voci di interessamento alla gara degli spagnoli di Abertis e di Atlantia (che controlla Autostrade per l'Italia) e che ha in buona sostanza tra gli azionisti Benetton. Mai confermate. Oggi invece Strabag è una realtà con cui fare i conti tanto da far pensare alle prove generali d'invasione straniera anche per future concessionarie in scadenza, in primis la Brescia-Padova con il suo rebus Valdastico nord ancora da risolvere.
IL POLO. «L'invasione straniera si sarebbe potuto evitare puntando sul polo autostradale del Nordest - afferma Mauro Fabris, commissario al Corridoio del Brennero - . Le gare sono lo sbocco naturale nella politica della liberalizzazione e apertura della concorrenza nei servizi pubblici. Il polo era un'opportunità, ma è un processo che richiede una forte volontà politica del territorio e modifiche normative. Qui invece ci si fa portare via tutto. E il privato, tanto più straniero, più che fare utili per il territorio, mi pare più proiettato a perseguire i propri, peraltro legittimi, interessi.