Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Autovie, possibili sanzioni dall'Anas se salta la 3a corsia

Nel contratto con l'Anas, la concessionaria si è impegnata a realizzare l'opera

Udine, 18 giugno 2012 – Autovie Venete rischia di versare sanzioni se non realizzerà la terza corsia in A4.
La prospettiva è tra le minacce più pesanti che incombono sul possibile stop al commissariamento. La terza corsia fa parte della convenzione che la società autostradale ha firmato con l'Anas. Nel contratto, Autovie ha promesso di impegnarsi a realizzare l'opera, supportata dal regime d'emergenza. Se non rispetterà il contratto, l'Anas potrà esigere i «danni» derivanti dal mancato miglioramento dell'autostrada, richiedendo appunto sanzioni. Allo stesso tempo, l'Anas potrà imporre ad Autovie alcuni limiti sull'incremento della tariffa, che rappresenta una delle leve del piano finanziario. Anche questa ipotesi non può far sorridere: al mancato aumento del ticket per il consumatore corrisponderebbe un progressivo deterioramento dei conti della società, che invece finora presenta bilanci con margini considerevoli. Mentre i partiti assumono toni da campagna elettorale, l'operazione III corsia rischia un deciso rallentamento nell'ipotesi — sempre più concreta dopo le parole del capo della Protezione Civile, Gabrielli — che il primo gennaio il regime commissariale non sia più in vigore.
Cosa succederebbe senza commissario? Il primo pensiero è ai cantieri dalla Villesse-Gorizia, che Riccardi e Tondo sperano di chiudere entro la legislatura, e al primo lotto della San Dona-Quarto d'Altino. In questi tratti le ruspe si vedono da mesi. E facile però — secondo quanto spiegano dalla struttura commissariale — che i cantieri già aperti non subiscano conseguenze decisive. Non almeno sul fronte della procedura: il rischio potrebbe presentarsi per i flussi di cassa, nell'ipotesi che l'Anas intervenga sulla tariffa. Il «vero problema» riguarderebbe invece i cantieri da aprire.
Ogni minimo intervento, anche quelli più semplici, che per esempio riguardano le cosiddette interferenze nei vari lotti, nel regime ordinario richiederebbe l'obbligo di ottenere il parere di ogni ente interessato. Conferenze dei servizi, incontri, carte bollate: tutte procedure che possono impegnare mesi e mesi e che invece oggi, con il regime straordinario, possono essere risolte con un decreto del commissario in dieci giorni. Il grande ostacolo si materializzerebbe poi nell'approvazione dei progetti definitivi ed esecutivi dei vari lotti: ogni documento dovrebbe andare all'attenzione del concedente, l'Anas, che per un via libera impiega almeno 90 giorni. Infine, l'aspetto finanziario, indissolubilmente legato ai tempi e alla scadenza della concessione nel marzo 2017. La Cassa depositi e Prestiti ha fatto capire di credere nell'opera in virtù del regime straordinario. Senza, l'impegno da un miliardo, e il pressing sulla Bei per un altro miliardo, potrebbe venire meno. Entro quella data, la terza corsia dev'essere finita: senza il regime straordinario, i tempi non appaiono compatibili.

Beniamino Pagliaro (Il Messaggero Veneto)