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Briciole di pane

Bene lo sblocco delle opere, ora fase 2

Apertura di credito dalle grandi imprese, prudenza dalle medie e piccole

Roma, 8 dicembre 2011 - L'apertura di credito al governo Monti arriva dall'intero mondo dei costruttori, convinti che la manovra vada in direzione giusta I toni sono, però, articolati: giudizio positivo dalle grandi imprese che vedono sbloccati i primi fondi alle grandi opere (alta velocità e Mose) e apprezzano il tentativo di definire regole innovative per il project financing maggiore prudenza e soprattutto attesa per una "fase due che dovrebbe arrivare prima di Natale" da parte dell'Ance, che rappresenta anche medie e piccole imprese. «Arriva una mazzata sulla casa in un momento di grande depressione - dice il presidente dell'associazione costruttori, PaoloBuzzetti - ma non vediamo misure che favoriscano l'ammodernamento del patrimonio abitativo con una riconversione al risparmio energetico. Apprezziamo l'uscita da una fase di grande confusione con la delibera Cipe, ma non abbiano notizia di dove siano funti i 3,5 miliardi per le opere medie e piccole che si sarebbero dovute concentrare su scuole e manutenzione del territorio. Inoltre, bene andare verso l'Europa ma l'Europa è anche pagamenti puntuali delle Pa e liberalizzazione del mercato con l'altolà ai lavori in house». Dal mondo delle grandi imprese l'aria che spira è diversa. «L'intervento sulle regole del project financing è molto positivo», dice Paolo Pizzarotti, presidente dell'omonimo gruppo, uno dei più impegnati nel settore della partecipazione privata, con autostrade e ospedali. «Bene soprattutto aver elevato a 50 anni la durata della concessione che dovrebbe aiutare la tenuta del piano finanziario». Bene anche il Cipe. «Un segnale entusiasmante arriva dalla chiarezza su risorse e tempi Abbiamo finalmente delle certezze dopo che queste decisioni erano state lasciate a lungo in frigorifero e in balla degli umori di qualche ministro». Anche Vittorio Di Paola, manager storico delle grandi imprese, ora presidente onorario di Astaldi e presidente di Vianini Lavori, vede dopo tanto tempo un passo nella giusta direzione, come ai primi tempi della legge obiettivo. «Ci vuole prudenza perché la fase è molto difficile, lo Stato non ha fondi, le banche non hanno liquidità, le imprese sono tradizionalmente deboli sul piano patrimoniale e finanziario, ma le prime decisioni del Governo sono certamente positive e indicano una via di uscita possibile», dice. «Bene le semplificazioni, il contratto di disponibilità, l'anticipazione della gestione delle opere connesse che consente di anticipare l'arrivo di un cash flow già dalla fase costruttiva. La volontà di fare è chiara». Nel decreto c'è anche la norma-manifesto che dovrebbe fare da ponte e favorire la pace tra generai contractor e medie imprese: auspica una maggiore partecipazione delle medie imprese alla realizzazione delle grandi opere e impone alle pubbliche amministrazioni di mettere in gara "lotti frazionali". «Dalle norme di principio ci aspettiamo di passare ai fatti», dice Buzzetti, mentre Di Paola trova che nel termine"funzionali" (che significa tronconi dell'opera autosufficienti dal punto di vista del funzionamento finale) si sia trovato un equilibrio. «Non sarà possibile spezzettare una metropolitana in 5-6 lotti come accadeva prima della legge obiettivo», dice Di Paola, che però «trova positivo il tentativo di dialogo e di collaborazione che è sottinteso in questa norma, a beneficio dell'intero settore». »

Giorgio Santilli - Il Sole 24 Ore