Brebemi, l'equity sale al 35%
Ma la delibera spiana la strada al closing finanziario per la maxiopera in Project Financing
Milano, 16 maggio 2011 - Il parere positivo del Cipe al secondo atto aggiuntivo alla convenzione di Brebemi apre finalmente la porta al closing finanziario per un project financing da 2,427 miliardi di euro di cui 1,611 miliardi di costi dell'opera e il resto (816 milioni) di oneri.
Il nuovo documento prende atto del piano economico e finanziario della Brebemi senza la garanzia dello Fgop. Un aggiustamento che ha comportato un aumento di 204 milioni di euro rispetto ai costi complessivi previsti con il primo atto aggiuntivo del settembre del 2009 e un incremento dell'equity di 159 milioni di euro da parte dei soci Brebemi: i principali sono Autostrade Lombarde con 89,29%, Impresa Pizzarotti a13,10% e con 2,20% Unieco.
Sono passati quasi due anni da quando è stato approvato il primo atto aggiuntivo alla convenzione, che sembrava avere spalancato le porte a una felice conclusione della lunga storia della Brebemi: l'aggiudicazione della gara è del giugno 2003. Ma non è andata così. Ben presto è apparso chiaro che il Fgop, il fondo di garanzia di Cassa depositi e prestiti, non sarebbe stato usato. Il Fgop in pratica entrava in campo per trovare una soluzione al peccato originario della Brebemi. L'opera ha una durata di concessione di 19,6 anni, non in grado di ammortizzare l'intero costo dell'intervento. In pratica rimane al suo termine ancora da coprire oltre 1,2 miliardi di euro di costi, quota che andrà in carico al concessionario subentrante. Una soluzione che però lascia, per le banche investitrici, aperto un rischio che la gara per il nuovo concessionario vada deserta, anche perché il concedente, la società mista Regione Lombardia-Anas, la Cal, non ha le risorse per fare suo questo importo. Inoltre il Fgop interveniva nel ridurre i costi finanziari relativi al finanziamento "bullet", cioè quelli maturati in fase di costruzione che prevedono un rimborso unico a fine concessione. E davanti a questa somma di problemi che è andato principalmente perso tutto questo tempo. E il riequilibramento dei costi non è stato indolore con gli azionisti che come sottolineano da Brebemi, «hanno fatto il loro dovere» aumentando del 44% la loro partecipazione diretta all'operazione. Il passaggio al Cipe non vuol dire che sia chiusa definitivamente la partita, rimane ancora un pizzico di incertezza dovuta al fatto che la delibera per essere efficace deve intervenire un decreto interministeriale e poi la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale». Ed è questo ultimo passo quello atteso dalle banche per impegnarsi nel finanziamento del project: tra queste il contributo più rilevante dovrebbe essere di Cdp direttamente. Come ha spiegato il presidente Franco Bettoni «Si sono poste le basi per far giungere a compimento questa opera secondo i tempi previsti, ossia l'apertura al traffico nell'estate del 2013». Altra buona notizia per Brebemi è lo sblocco da parte di Rfi dei poco meno di 300 milioni di euro necessari per risolvere una serie di interferenze di loro competenza, che se non affrontati rischiavano di far ritardare i lavori o di bloccarli.