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Briciole di pane

Bruno Sergi: «Accelerare sui lavori al Ponte»

Sulle infrastrutture interviene il docente di Economia internazionale all'ateneo di Messina

Reggio Calabria, 11 marzo 2012 - "Se è vero come è vero che l'alta velocità, è importante per collegare le maggiori città nel cuore dell'Europa, è altrettanto indispensabile mettere in rete le regioni del sud e tutto il sud con il resto del paese per dare positive chance di crescita e di sviluppo economico al Mezzogiorno": è questo il pensiero di Bruno Sergi, docente di economia internazionale presso l'Università di Messina, reggino di Saline Joniche e che ricopre diversi prestigiosi incarichi in campo economico a livello europeo. A stimolare l'intervento di Sergi, sono state le dichiarazioni del Premier sulla Torino-Lione all'indomani delle vibranti proteste dei "No-Tav".
"Siamo in attesa di conoscere le decisioni del governo Monti - ha spiegato nella sua nota il docente - riguardo il ponte di Messina. L'architettura ingegneristica della mega opera è pronta, i cantieri potrebbero aprire presto, i soliti critici continuano a imperversare. II costo di circa 8.5 miliardi di euro, il 40% a carico del bilancio dello Stato e di altri enti controllati da Roma, potrebbe diventare il pretesto per bloccare l'iter e, in effetti, così sembrerebbe vista la scelta presa dal Cipe a gennaio di congelare gli oltre 1.6 miliardi di euro quale quota direttamente a carico del bilancio dello stato. Se una scelta di “bilancio" di questo tipo dovesse esser confermata, la via di uscita sarebbe privilegiare ancor di più il project financing e reperire sui mercati dei capitali una percentuale di gran lunga superiore al 60%. Ciò aggirerebbe i falsi moralisti delle priorità non note e mai decise, nonché le truppe politiche contrarie allo storico manufatto".
"Lo stesso governo dei professori, in questi giorni, - ha proseguito Bruno Sergi - si trova a dover risolvere un altro annoso problema, quello della Tav Torino-Lione. Monti ha assicurato, con assoluta determinazione, che i lavori in Val di Susa andranno avanti e che nessuno li bloccherà mai, perché la Tav porterebbe ricchezza, creerebbe nuovi posti di lavoro e, non di meno, per non rimanere tagliati fuori dall'Europa. Per la Tav, che sarà un'opera molto più costosa del ponte, non è previsto alcun project financing se non la quota a carico dell'Ue; lo stesso Presidente Giorgio Napolitano ha difeso questo investimento. Ma perché non utilizzare le stesse ragioni economiche per chiedere ed ottenere collegamenti ferroviari più moderni fino in Sicilia oltre al ponte sullo Stretto di Messina? Nel caso del ponte sullo Stretto di Messina, che considero fondamentale in questo contesto di sviluppo e rilancio della nostra economia, anche in chiave europea, si è scelto di privilegiare il project financing, sin dall'inizio".
"Adesso - ha aggiunto - sarebbe utile che il presidente Monti imponesse alla società guidata da Pietro Ciucci uno slancio di iniziativa, per raccogliere attorno alla grande opera investitori internazionali. La società, adesso amministrata da Ciucci, ha già speso centinaia di milioni di euro, circa 300, e continua a spenderne di altri per mantenere consigli di amministrazione, staff amministrativo, spese di consulenza e quant'altro. È il momento che la società ponte sullo stretto faccia vedere a tutti noi cosa sia in grado di fare".
"Lasciamo alle forze dell'ordine - ha concluso Bruno Sergi - che operano nell'area la fase della prevenzione e del contrasto di possibili infiltrazioni della criminalità organizzata, allo Stato italiano solo la cornice legale e amministrativa dell'investimento, e al governo Monti uno sforzo finanziario minimo unito a scelte politiche e di governo dell'economia che siano coerenti con quanto fatto con la Tav in Piemonte".

Giuseppe Cilione (fonte: Il Quotidiano della Calabria)