Cipe, ultimi euro dal fondo Matteoli
Assegnati nella seduta del maggio finanziamenti per 330 milioni all'Anas e 240 alle ferrovie
Milano, 16 maggio 2011 - Il Cipe ha raschiato il fondo del barile delle ultime risorse disponibili per le infrastrutture, assegnando nell'ultima seduta 330 milioni di euro per il Contratto di programma Anas e 240 per la manutenzione straordinaria di Rfi. Erano le ultime risorse del Fondo infrastrutture, i circa 10 miliardi del cosiddetto piano Matteoli del 26 giugno 2009. Altre risorse sono state invece trovate dal Cipe dalla revoca di mutui della Cassa depositi inutilizzati (articolo 46 decreto legge 78/2010), assegnando al Mose 106 milioni, e sono state sbloccate risorse per 300 milioni di euro del piano casa 1 (social housing) derivanti dal decreto legge l 12/2008 (articolo 11), ma in realtà riutilizzo di fondi già esistenti.
Il Fondo infrastrutture ammontava a 9.571 milioni di euro in base alla delibera Cipe n. 51 del 26 giugno 2009, di cui 2.450 da fondi di legge obiettivo e 7.121 da fondi Fas statali 2007-2013. A inizio anno il residuo ancora da assegnare ammontava a 763,8 milioni di euro, ma come per le altre voci Fas è calata la scure del decreto legge 78/2010 (articolo 2) che ha disposto un taglio dei fondi Fas residui di cinque miliardi di euro. Tagli che sono stati poi ripartiti tra le varie voci con la delibera Cipe 11 gennaio 2011, n. 1 (in «Gazzetta» il 7 aprile). I fondi regionali sono stati ridotti da 27.027 a 24.023 milioni di euro (di cui i piani Par ridotti da 22.344 a 20.109 milioni). Un taglio pesante ha subito la «Ricognizione di cui all'articolo 6-quater, Dl 112/2008», cioè il primo tentativo di riutilizzo dei fondi Fas 2000-2006 (erano le «risorse che entro la data del 31 maggio 2008 non sono state impegnate o programmate nell'ambito di accordi di programma quadro»): il Governo trovò 1.306 milioni, che dovevano essere concentrati su «interventi di rilevanza strategica nazionale». Il taglio è stato di 1.200 milioni (risorse che vanno a finire nel bilancio statale, o meglio a riduzione del deficit), il taglio più pesante tra le varie voci: restano solo 106 milioni. Per quanto riguarda il Fondo infrastrutture, il taglio è da 763 a 577 milioni, risorse che sono state interamente assegnate dal Cipe nell'ultima seduta, il 5 maggio: 330 milioni all'Anas e.240 a Rfi, per «interventi di manutenzione straordinaria e upgrading della rete».
Nubi continuano ad avvolgere il destino dell'Anas, da due anni (2010 e 2011) penalizzato con stanziamenti zero) in bilancio per gli investimenti. Lo scorso anno aveva ricevuto solo 268 milioni di euro per la manutenzione (la delibera Cipe è la n. 64 del 22 luglio 2010, sbloccata però solo quest'anno, con la pubblicazione in Gazzetta il 20 gennaio 2011). Ora il Cipe, il 5 maggio, ha aggiunto un nuovo finanziamento spot da 330 milioni, che sono a valere sul residuo del Fondo infrastrutture 2009. Serviranno a finanziare il contratto di programma Anas 2011, approvato nella stessa seduta. Tre i capitoli del piano di investimenti: 1) 137 milioni per interventi di manutenzione straordinaria; 2) 155 milioni per integrazioni e completamenti; 3) 38 milioni per «contributi alla rete». Ma la vera novità è che il Dpcm che dovrà far partire il sistema di pedaggiamento delle autostrade Anas (misura prevista dall'articolo 15 del decreto legge 78/2010), che doveva trovare efficacia già dal 1 maggio ma sarà invece emanato dopo le elezioni amministrative, stabilirà che gli introiti dei pedaggi non andranno all'Anas, come la norma del Dl 78 faceva pensare, ma direttamente allo Stato, a riduzione del debito pubblico. L'introduzione dei pedaggi era la-misura indicata da anni come lo strumento principale per dare all'Anas concreta autonomia finanziaria, dopo una trasformazione in Spa, nel 2002, rimasta finora in gran parte formale. Ora si scopre — con amarezza l'ha scoperto anche l'Anas — che questi introiti andranno allo Stato, e non come speravano all'ex ente strade per finanziare gli investimenti. E — a quanto si apprende — sembra anche deciso, da parte del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che l'Anas non avrà più alcun trasferimento "generico" per realizzare investimenti. Avrà solo finanziamenti spot per opere in legge obiettivo e potrà contare sulle entrate proprie da canoni di concessione autostradale (si è trattato di 380 milioni di euro nel 2010).
Il Cipe ha assegnato altri 106 milioni di euro al Mose (a valere su risorse di legge obiettivo ancora bloccate, mutui Cassa ante 2007 interamente non erogati), poco dopo la precedente tranche da 230 milioni assegnata dal Cipe il 18 novembre 2010. Il Cipe, tuttavia, su indicazione del ministero dell'Economia, impone al Magistrato delle acque e al consorzio Venezia Nuova di contenere il costo globale dell'opera nei 4.271 milioni del contratto a prezzo chiuso del 2005, respingendo così la relazione del Magistrato di fine 2010, che quantificava il costo aggiornato in 5.496 milioni.