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Briciole di pane

Crescita economica e accessibilità

II completamento della A31

Trento, 13 ottobre 2011 - Diverse ricerche europee e internazionali hanno analizzato il tema dell'accessibilità e hanno dimostrato che essa ha un ruolo centrale per lo sviluppo della competitività dei territori, rappresentando un pre-requisito indispensabile per lo sviluppo. Curato dai ricercatori del Polo Scientifico Studi sull'Impresa dell'Università di Verona, sede di Vicenza in collaborazione con le Camere di Commercio e le Associazioni di categoria territoriali, lo studio propone le opportunità e le potenzialità che deriveranno, per le economie dei territori, dal completamento dell'A31 Valdastico. L'ottica di una più ampia rete di infrastrutture, compresa tra i due assi di comunicazione paneuropei: corridoio 1 (direttrice Nord-Sud, Berlino - Palermo) e corridoio 5 (Est-Ovest, Lisbona-Kiev).
TERRITORI APERTI PER COMPETERE
Per accessibilità si intende quanto un determinato territorio è aperto ai flussi di persone, merci, capitali, materie prime, idee, informazioni. Quanto più un territorio è accessibile, tanto più è in grado di offrire opportunità per vivere, lavorare, intraprendere iniziative economiche, minimizzando i tempi e i costi e ottimizzando i risultati ottenibili. In sintesi, il territorio diventa altamente attrattivo. A livello europeo, i dati Espon (European Union, Territorial Dynamics in Europe, Trends in Accessibility, 2009) hanno accertato una correlazione statisticamente significativa tra accessibilità potenziale di un territorio e tasso di crescita del PIL (Prodotto Interno Lordo).
CREATIVITÀ E CAPITALE UMANO
L'accessibilità, grazie alla capacità di attrarre persone, idee, progettualità, favorisce lo sviluppo della creatività, ovvero la forza di un territorio di alimentare innovazione, idee e contenuti (capitale intellettuale) nuovi e discontinui. E dimostrato che la creatività di un territorio genera significativi impatti sul suo potenziale di sviluppo. Pubblicità, architettura, arte, antiquariato, design, moda, cinematografia, intrattenimento interattivo, software, musica, editoria, televisione, radio, spettacolo sono attività tipicamente creative. A queste si aggiungono anche le professionalità che si sviluppano nell'ambito del settore finanziario, dei servizi avanzati della ricerca, dell'educazione e della formazione ad ogni livello. In alcune delle città più dinamiche del mondo come Londra, Stoccolma, Auckland, Boston, Amsterdam, S. Francisco, Barcellona la percentuale di lavoratori creativi sul totale della forza lavoro passa dal 54% di Londra al 36% di S. Francisco. Nelle prime dieci province italiane, la stessa percentuale non supera mai il 25%, Trento è al 57 posto con il 19.63%, Verona al 79 con il 18,62%, Vicenza all'81 seguita da Bolzano. Perché e come i territori diventano accessibili? Le variabili sono numerose, alcune di tipo materiale e altre immateriali, ma le infrastrutture viarie hanno un ruolo fondamentale.
INFRASTRUTTURE PER LO SVILUPPO
Un sistema territoriale dotato di un buon livello (qualitativo e quantitativo) di infrastrutture è un sistema accessibile, connesso con l'esterno, altamente fruibile e in grado di intercettare le opportunità per lo sviluppo del proprio potenziale competitivo. Considerando 36 città europee la relazione positiva tra competitività, accessibilità e dotazione infrastrutturale si conferma. Le prime tre città europee per competitività, Londra, Parigi e Francoforte sono le città che godono anche della migliore posizione in termini di dotazione infrastrutturale (telecomunicazioni, trasporti esterni e trasporti interni). Diversa la situazione del Nord-Est: nonostante sia un territorio con un'evidente valenza strategica, la sua rete infrastrutturale mostra carenze significative e, soprattutto, evidenti disomogeneità interne. Il completamento della Valdastico Nord (un progetto che ha avuto la sua genesi 40 anni fa) rappresenta un'opportunità che può aiutare i territori a migliorare la loro accessibilità e fruibilità. Lo studio I ricercatori hanno applicato il calcolo del moltiplicatore alla Valdastico Nord, simulando la ricaduta che potrebbe generare sul PIL di alcune aree coinvolte nell'arco di 10 anni. Lo studio ha natura squisitamente economica e non valuta la funzionalità della Valdastico in termini di flussi di traffico. Non propone valutazioni comparative con ipotesi di sviluppo viario alternativo (ad esempio la Valsugana) e non valuta l'efficienza economica dell'opera dal punto di vista del suo esercizio da parte del concessionario.
(Fonte: L’Adige)