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Briciole di pane

Crescita, in prima fila infrastrutture ed energia

Tavoli in attesa di convocazione. Annunciati nell'incontro del10 agosto, partiranno solo dopo l'iter della manovra al Senato

Roma, 4 settembre 2011 - Rinviato ai tavoli, tutti ancora da convocare. È questo momento lo status del capitolo crescita che, promette il governo, potrà riaprirsi dopo il passaggio della manovra in Senato. In realtà il percorso per congegnare misure destinate nello specifico allo sviluppo, fortemente richieste dalle parti sociali, è tutto da disegnare. Più avanti di tutti sembra essere il dossier infrastrutture, al quale ha lavorato un gruppo coordinato dal viceministro Roberto Castelli e che dovrebbe concretizzarsi in un decreto. Tanti gli argomenti di discussione, dalle competenze Stato-Regioni sui grandi lavori, alla certezza delle regole, a un piano per le piccole opere che i costruttori continuano a invocare. Ma proprio su quest'ultimo punto la nuova versione della manovra, con i tagli agli enti locali solo parzialmente ridotti, rischia di rappresentare un'incognita.
Alle infrastrutture, aveva preannunciato il sottosegretario Gianni Letta dopo l'incontro con le parti sociali del 10 agosto, è dedicato uno dei tavoli per la crescita, in "condominio" tra il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli e quello dello Sviluppo economico Paolo Romani. Il capitolo lavoro e modernizzazione della pubblica amministrazione dovrà invece essere coordinato dai ministri Sacconi e Brunetta, con al centro presumibilmente le novità in tema di contrattazione aziendale costituite dall'articolo 8 del decreto di ferragosto. Con il terzo tavolo, liberalizzazioni e servizi pubblici, bisognerà lavorare per mettere rapidamente a frutto la norma che riserva un incentivo di 500 milioni per i Comuni e gli enti locali che dismetteranno quote delle proprie società dei servizi pubblici locali, le ex aziende municipalizzate. Si attendono passi avanti anche su energia e banda larga, dossier gestiti dal ministro Romani. Dopo l'addio forzato al nucleare, il governo sta ultimando la nuova strategia energetica nazionale (si attende la prima bozza per metà settembre) su diversificazione delle fonti e delle rotte di approvvigionamento, efficienza energetica, sviluppo delle fonti rinnovabili secondo gli obiettivi Ue. È invece più volte slittata la chiusura del tavolo Romani per la costituzione di una società pubblico-privato incaricata di sviluppare la rete a banda larga di nuova generazione. Si attende una svolta, anche in virtù dell'articolo 30 del Dl 98 che prevede per il piano la possibilità di utilizzare fondi europei. Per quanto riguarda invece la riduzione del "digital divide", cioè l'assenza di collegamenti internet veloci nelle zone periferiche del Paese, con la manovra si è materializzato un altro ostacolo. Qualora i ministeri non ottengano gli obiettivi di spesa loro imposti, scatterà come clausola di salvaguardia un prelievo dal Fas nazionale, in particolare dalle dotazioni riservate alla prevenzione del dissesto idrogeologico e, appunto, al piano di diffusione della banda larga.

(Fonte: Il Sole 24 Ore)

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