Crolla il mercato della auto
Meno 2,2% delle vendite
Roma 3 maggio 2011 - Il mercato dell'auto non ne vuole sapere di ripartire. Ad aprile 2011 in Italia sono state immatricolate 157.309 autovetture, il 2,24% in meno rispetto allo stesso mese del 2010 il dato si attestò a quota 160.919. In questo contesto la quota del gruppo Fiat ora veleggia intorno al 28,8% circa (dal 30,8% dell'aprile 2010) con vendite che scendono dell'8,4%.
"Pur trattandosi di un numero non lontano da quello registrato lo scorso anno - spiega infatti Gianni Filipponi, direttore generale dell'UNRAE, l'Associazione delle Case estere presenti in Italia - va ricordato che si tratta di volumi comunque molto bassi e per risalire a livelli inferiori alle 160.000 unità bisogna tornare indietro addirittura all'aprile di 15 anni fa. Anche per quanto riguarda gli ordini - continua Filipponi - lo scambio di dati tra ANFIA ed UNRAE indica una prima stima di 158.000 contratti, a conferma della debolezza del mercato. Il valore è - infatti - simile a quello registrato nell'aprile dello scorso anno (160.000), ma va sottolineato che - da quando esiste questa rilevazione (1998) non si sono mai registrati per lo stesso mese livelli così bassi".
Su come vada davvero però il mercato nei primi 4 mesi è difficile fare i conti. Il confronto con il 2010 è infatti falsato dal fatto che nel gennaio-marzo dello scorso anno c'erano gli incentivi. Per cui la forte differenza (negativa ovviamente con 671.788 unità rispetto alle 828.940 del gennaio-aprile 2010) del 19% conta poco. Così come lascia il tempo che trova segnalare che il Gruppo Fiat registra una quota intorno al 29% (da circa il 31,3%) e vendite in ribasso di circa il 25%. Quello che spaventa sono le prospettive, sempre più nere.
I concessionari infatti sono oramai sul piede di guerra: "Il mese di aprile - spiega infatti Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l'associazione che raggruppa i concessionari ufficiali di tutti i marchi automobilistici - fornisce la prima vera indicazione sull'andamento del mercato del 2011. È in quest'ottica che aprile è pessimo perché, paragonato al bruttissimo aprile dello scorso anno, sostanzialmente ne conferma i numeri".
Aggiunge Nuccio Longhi, presidente dei concessionari Opel: "Mi sembra che i nostri politici siano come quegli degli anni '70 che rincaravano sempre il mondo dell'auto. Un modo sicuro e semplice per raccogliere denari, senza tener conto che si distrugge una filiera fondamentale per il nostro Paese. Oggi avremmo bisogno di interventi mirati, a partire dalla semplificazione della fiscalità, con qualche misura di alleggerimento. Invece, assistiamo con stupore ad un possibile aumento della pressione fiscale: l'aumento della IPT sull'immatricolazione degli autoveicoli nuovi camuffato nel Federalismo fiscale che aveva l'obiettivo di ridistribuire le risorse, non di alzare le tasse".