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Briciole di pane

Edilizia, associazioni: in Lazio oltre 1.100 imprese chiuse nel 2010, -11% occupati

Nel Lazio sono circa 180 mila i dipendenti nel settore edile

Roma, 13 dicembre 2010 - "L'occupazione nelle costruzioni edili del Lazio ammonta a circa 180 mila dipendenti, che rappresentano poco meno del 45% del totale degli occupati dell'intero settore industriale, contro una media nazionale del 28%.  Un'industria, quella delle costruzioni, che negli ultimi anni ha tenuto in piedi l'economia regionale e nazionale e che oggi soffre pesantemente per la crisi finanziaria ed economica che l'ha colpita. Tale congiuntura ha determinato effetti negativi sia per le imprese, che sono state coinvolte da un processo di espulsione dal mercato, sia per i lavoratori, che hanno subito una forte disoccupazione. Una crisi infatti che soltanto nell'ultimo anno - secondo i dati a settembre 2010 delle Casse Edili delle cinque province laziali - ha portato all'uscita dal mercato di più di 1.100 imprese, alla riduzione di oltre 5 milioni delle ore lavorate e alla perdita occupazionale che sfiora l'11% in un anno, che significa più di 7.000 operai in meno, ai quali vanno aggiunte le altre categorie impiegatizie e i dipendenti dell'indotto". Sono i dati illustrati dalle associazioni che rappresentano il settore delle costruzioni nel Lazio: Acer, Ance Lazio Urcel, Cna, Federlazio, Legacoop Lazio.
"Gli investimenti in costruzioni nella Regione Lazio per il 2010 indicano un valore appena superiore ai 7 miliardi e 800 milioni di euro, con una contrazione rispetto al 2009 del 2,5% e del 15,7% rispetto al 2007 - continua la nota - Per quanto riguarda in particolare il numero delle gare di appalto, nei primi 10 mesi dell'anno 2010 si è registrato un calo del 13,7% rispetto allo stesso periodo del 2009, al quale si aggiunge il -12,5% del 2009 rispetto al 2008. Il mercato, come opportunità per le imprese, si è ridotto di oltre un quarto in soli 22 mesi. In termini di valore, gli appalti dei primi 10 mesi del 2010 si sono ridotti del 73% rispetto allo stesso periodo del 2009. Una situazione destinata ad aggravarsi comunque nel 2011 e che, in assenza di provvedimenti urgenti e mirati, rischia di determinare una vera e propria destrutturazione di un tessuto imprenditoriale essenziale per l'economia regionale".
"Investire in edilizia, infatti, - sostengono le associazioni - vuol dire creare un circolo virtuoso per la maggiore rapidità con cui se ne diffondono i vantaggi sull'indotto rispetto agli altri settori produttivi e per l'effetto moltiplicatore ed anti ciclico che determina. Va infatti sottolineato come un milione di euro investito nelle costruzioni attivi un giro di affari di 1,79 milioni di euro e che ogni miliardo di euro consenta di creare 23 mila posti di lavoro, di cui 15 mila diretti e 8 mila nell'indotto. I principali paesi europei hanno decisamente puntato sull'edilizia e sulle infrastrutture per accelerare la ripresa economica che, in Italia, può essere stimolata in maniera ancor più significativa con la realizzazione di opere medio-piccole diffuse sul territorio e più facili da rendere tempestivamente cantierabili.
Si pensi alla riqualificazione urbana, all'housing sociale, nonché a quegli altri interventi, essenzialmente di manutenzione, che riguardano le strade, le scuole, i parcheggi, la difesa del territorio dalle frane e dagli allagamenti, gli acquedotti ecc., ormai concordemente ritenuti essenziali.
Inoltre su questa situazione incide pesantemente il forte condizionamento del patto di stabilità che non consente alle amministrazioni virtuose locali di investire, di fatto bloccando la possibilità di mettere sul mercato risorse preziose. E adesso, che la crisi si è fatta drammatica, viene varata una manovra finanziaria che ha fortissime ripercussioni sui bilanci regionali e degli altri enti locali, privandoli di risorse essenziali per i servizi e determinando l'effetto pernicioso di ridurre drasticamente, fino ad azzerarli, i finanziamenti per gli investimenti. Per Roma, inoltre, non si può non registrare una quasi generalizzata disattenzione alle risorse di cui la Capitale d'Italia necessita per espletare appieno il suo ruolo".

(Fonte Omniroma)