Edilizia: silenzio-assenso per costruire
Abolito l'ultimo potere di veto rimasto ai Comuni
Milano, 27 giugno 2011 - Dopo la stretta sulle riserve, i prezzi e le varianti per gli appalti, con il decreto sviluppo i costruttori dovranno mandare giù anche la delusione per la mancata semplificazione delle procedure per realizzare le opere di urbanizzazione. Nel testo del decreto legge 70/2011 licenziato dalla Camera (e ormai praticamente definitivo), infatti, non c'è più traccia di quella norma che dopo tanti anni di incertezza aveva consentito di evitare la gara per realizzare le opere di urbanizzazione primaria a scomputo (strade, parcheggi, reti e fognature a servizio dei nuovi insediamenti). La vicenda si trascina dal lontano 2001, anno in cui la Corte di Giustizia europea, con la sentenza sul Teatro degli Arcimboldi a Milano impose la gara per le opere di urbanizzazione legate a un permesso di costruire e che vengono realizzate a scomputo degli oneri da versare al Comune. L'Italia si era da poco allineata (complice anche una procedura di infrazione europea) e con il Codice appalti aveva imposto anche ai privati lottizzatori la gara per realizzare le opere primarie a scomputo. Ma il meccanismo si è dimostrato subito lento e farraginoso perché costringeva i privati (in alcuni casi anche piccoli proprietari di lotti edificabili) a districarsi con le regole del Codice degli appalti, pensate e concepite per le amministrazioni pubbliche. Il Dl sviluppo ha provato ad abolire la gara per le opere primarie sotto la soglia europea dei 4,8 milioni, con una modifica che aggirava l'ostacolo «infilandosi» nel testo unico dell'edilizia e non nel Codice appalti. Ma il tentativo non ha retto: un emendamento del Partito democratico ha cancellato la norma. E ora si torna alla gara obbligatoria. Sempre sul fronte dell'edilizia privata, il Dl prova a dare più certezze sull'utilizzo della Scia (segnalazione certificata di inizio attività) anche in edilizia: per i lavori in casa il termine assegnato al Comune per bloccare l'autorizzazione si riduce a 3o giorni. Un emendamento approvato dalla Camera spinge poi l'acceleratore sulle procedure telematiche: se lo sportello unico per l'edilizia prevede l'accettazione delle domande di Scia e Dia attraverso l'online non sarà più possibile trasmetterle anche via posta. Ma soprattutto l'articolo 5 del decreto elimina di fatto anche l'ultimo potere di veto rimasto al Comune nella vasta gamma dei titoli abilitativi per gli interventi edilizi: anche il permesso di costruire, richiesto per la nuova edificazione e per le ristrutturazioni più pesanti, può essere ottenuto con il silenzio assenso, dopo 6o giorni dalla presentazione. Un'altra semplificazione introdotta in corsa dalla Camera riguarda invece i lavori su immobili o aree vincolate, che necessitano di autorizzazione paesaggistica: è stato eliminato l'obbligo di attendere 30 giorni dopo il via libera del Sovrintendente. In altre parole, l'autorizzazione paesaggistica sarà efficace da subito.