Emilia Romagna, Ciaccia non esclude Cispadana e Ferrara-mare unite
Viceministro su opere che Provincia-Regione vorrebbero accorpare
Ferrara, 12 novembre 2012 - "Verificheremo se ci sono le condizioni giuridiche perche' l'autostrada regionale Cispadana e la Ferrara-mare possano essere considerate un'unica infrastruttura", cosi' da snellirne il processo di realizzazione. Risponde cosi', "senza promettere niente", il viceministro ai Trasporti, Mario Ciaccia, alle sollecitazioni della Provincia di Ferrara e della Regione, che stamani hanno tirato le somme sui collegamenti con il workshop 'Dal Brennero al mare, il punto sulla realizzazione del corridoio autostradale'.
Quello che c'e' di certo e' che i cantieri per le due opere, una commissionata dalla Regione, l'altra dall'Anas, dovrebbero partire ad inizio 2014, con una durata massima fissata a 44 mesi per il tratto della Cispadana e piu' breve per il collegamento tra la citta' estense e porto Garibaldi. Nel primo caso (circa 68 chilometri) l'investimento e' di un miliardo e 308 milioni di euro, coperto per 180 milioni dal contributo pubblico e il resto da privati, mentre per la Ferrara-mare (48,959 chilometri) si
parla di 633 milioni, di cui 153 in mano al pubblico.
Le due infrastrutture "sono da considerare un asse strategico nazionale ed e' fondamentale unificarle", commenta la presidente della Provincia, Marcella Zappaterra, che invita a ragionare in termini "di sinergia di territori per lo sviluppo". Per fare questo, pero', "abbiamo bisogno del sostegno di Parlamento e Governo- incalza l'assessore regionale ai Trasporti, Alfredo Peri-. Ci serve una mano da Roma". "Chiudere oggi i nodi importanti e' decisivo", gli fa eco il direttore tecnico generale dell'Autobrennero (che si e' aggiudicata la concessione per la Cispadana), Carlo Costa, che guarda alle due opere anche "come a una possibilita' di ripresa economica e sociale per l'area colpita dal sisma", considerando che proprio li' dovrebbero sorgere 4 svincoli intermedi.
A spingere per le 2 opere e' anche il sindaco di San Felice sul Panaro, Alberto Silvestri, per cui "programmazione e sviluppo del territorio vanno inquadrati in logiche di area vasta. Non possono essere lasciati ai singoli sindaci, quello che serve e' una filiera integrata". Proprio l'aspetto 'di rete' e' quello che piace di piu' a Ciaccia, per cui "ragionare in termini di sistema puo' permettere la ripresa dopo la crisi". La zona interessata "e' punto di snodo tra tre corridoi europei- prosegue-, e l'opera non e' tanto importante di per se', quanto perche' si inscrive tra quelle suscettibili di creare sviluppo per l'intero Paese".