Frejus, raddoppio del traforo. La Sitaf aspetta il sì del Cipe
L'ad: "Deve autorizzare il cambio d'uso della seconda canna"
Torino, 6 febbraio 2012 – Lo rivela l'amministratore delegato della Sitaf, Gianni Luciani: «Se tutto va bene, entro quest'anno la Conferenza Intergovernativa Italia-Francia deciderà se far diventare il tunnel di sicurezza del Frejus una galleria di transito per tutti già a fine novembre. Sollecitati dal Comitato di Sicurezza, hanno messo all'ordine del giorno questa valutazione». Per avere la decisione ufficiale, bisognerà attendere le elezioni presidenziali in Francia: molto dipende da chi siederà all'Eliseo. Sarebbe comunque una decisione clamorosa, sebbene già conosciuta (e molto temuta) da vari Comuni della Val Susa, per non dire dei «No Tav». «Costruire una galleria di 12 chilometri dal diametro di 8 metri, e utilizzarla solo per i mezzi di soccorso, sarebbe uno spreco — spiega Luciani — sarebbero soldi buttati via, tenendo conto che l'opera costa in tutto 400 milioni. Avere a disposizione due gallerie per il traffico, nei due sensi di transito, aumenterebbe notevolmente la sicurezza dei viaggiatori».
Ma fino a quando la Cig non darà l'ok ufficiale, il progetto si chiamerà ancora "galleria di sicurezza", e l'approvazione finale avverrà il 17 febbraio, durante il cda della Sitaf: «Il cantiere del Frejus partirà con circa 20 operai, per gli allestimenti esterni — aggiunge il presidente della Sitaf Giuseppe Cerutti — dall'estate partiranno i lavori di scavo, ma si entrerà nel vivo con l'arrivo della fresa, verso fine anno, con l'impiego di oltre 100 operai. Senza contare tutto l'indotto collegato al cantiere». L'opera sarà pronta nel 2016.
Intanto però bisognerà capire se non c'è il rischio che si ripeta con i No Tav una Maddalena-bis. In Valle di Susa, il movimento d'opinione contro la seconda canna del Frejus non ha mai acceso gli animi come la Torino-Lione, ma la contemporaneità dei cantieri di due grandi opere in Val Susa, potrebbe stimolare i No Tav a nuove azioni. Parecchi Comuni della Valle, anni fa, avevano votato nei consigli comunali una delibera contro il raddoppio del Frejus. Soprattutto perché da tempo chiedono una riduzione del passaggio dei Tir, sia per motivi di salute che turistici. Sarebbe difficile, per il presidente della Comunità Montana Sandro Plano, gestire una simile "battaglia", essendo lui stesso dipendente della Sitaf. Da tempi non sospetti, riguardo al doppio Frejus si era detto «tecnicamente favorevole e politicamente contrario». Intanto, sul piatto ci sono i 5 milioni per le opere di compensazione: «Per stabilire a chi saranno assegnati questi fondi e cosa si farà, proporremo un tavolo istituzionale con Regione, Provincia e Comuni, in modo che le scelte siano condivise — spiegano Cerutti e Luciani — la Sitaf sta cercando località disponibili ad ospitare i depositi dello smarino».