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Briciole di pane

Fs, ora scatta la class action. Moretti alza il velo sui conti

Pendolari lombardi all'attacco di Trenitalia: oggi la firma della delega per l'azione collettiva

Il giorno della presentazione della semestrale «migliore delle attese», riserva al numero uno delle Ferrovie dello Stato Italiane una piccola sgradita sorpresa, destinata a ingrandirsi: oggi pomeriggio, nello studio milanese dell'avvocato Angelo Musicco, una settantina di pendolari lombardi firmeranno la delega per far partire la class action contro Trenitalia (oggi Trenord, dopo la fusione con le ferrovie Nord). L'azione legale collettiva si basa su una sentenza di un giudice di pace di Lodi, Rosabianca Succi, che ha condannato la controllata delle Fs a risarcire una pendolare della tratta San Zenone al Lambro-Milano Rogoredo che denunciava ritardi e condizioni di viaggio «gravemente umilianti». La condanna riguarda sia il rimborso del prezzo dell'abbonamento annuale per responsabilità contrattuale (500 euro pari a due terzi del costo annuale), sia i danni morali ed esistenziali (quasi duemila euro).

Certo, una bazzecola per le Fs. Ma se soltanto tutti i 600mila pendolari lombardi si alleassero in un'azione collettiva e vincessero la causa, l'importo che Moretti potrebbe trovarsi a risarcire lieviterebbe a 15 milioni di euro. «Anche di più - dice a F&M l'avvocato Musicco - visto che la class action è promossa davanti al Tribunale e non al giudice di pace, che per questo genere di causa può sanzionare soltanto per 2.500 euro massimi». Se si estendesse la causa all'Italia intera, si può fare l'ipotesi estrema che tutti gli utili delle Fs (129 milioni nel 2010) potrebbero essere annullati dalle cause civili. I presupposti giuridici - sostiene Musicco - ci sono. «Trenitalia nella causa davanti al giudice di pace si è difesa appellandosi a una legge del 1937 in base alla quale l'unico obbligo di chi trasporta i viaggiatori è di portarli a destinazione. Ma dal 1937 a oggi è entrato in vigore il codice del consumo nel 2007 che recepisce la normative europea sugli standard minimi della qualità del trasporto e la Convenzione di Nizza che dice che non bisogna ledere la dignità della persona». E su questo si è basata la decisione del giudice di pace di Lodi. Scrive, infatti, Succi: «Deve escludersi che l'obbligo di Trenitalia si esaurisca nel trasporto dell'utente a destinazione, a prescindere dalle modalità esecutive di tale trasporto». In base a quanto risulta all'avvocato Musicco, Trenitalia non ha presentato ricorso in appello e ha migliorato il servizio sulla tratta in questione. Ma non sulle altre linee lombarde. E qui si sta organizzando l'azione collettiva dei pendolari stanchi di soppressioni, treni sporchi e in ritardo. L'azione collettiva che sarà firmata oggi riguarda la Pavia-Voghera-Milano, 13mila pendolari che si muovono ogni giorno in treno e in pullman. I quali si sono riuniti nel Comitato Provinciale Pendolari Pavesi coordinato da Iolanda Nanni, che ha addirittura realizzato un software di monitoraggio per i pendolari per segnalazioni via email e sms e ha predisposto un database che contiene un anno di disservizi subiti da Trenitalia/Trenord. «Il costo per tutta la causa è di 150 euro a persona - fa sapere l'avvocato Musicco, che invita tutti i pendolari della medesima tratta ad aderire». E intanto c'è fermento anche tra i viaggiatori della Milano Bergamo, della Milano-Novara e della Milano-Brescia: ieri, il vescovo di Brescia Luciano Monari era sul treno delle 7,27 per verificare le condizioni di viaggio.

Silvia Pieraccini (Fonte: Il Sole 24Ore Centro Nord)