Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Genova. Nodo ferroviario, l'appalto aumenta già di 150 milioni

La consegna della "metropolitana di superficie" rischia di slittare dal 2016 al 2018

Genova, 4 dicembre 2012 – È senza dubbio il contenzioso più oneroso che la storia recente degli appalti genovesi e liguri ricordi. D'altra parte la stessa opera in oggetto, il nuovo Nodo ferroviario di Genova, è quanto di più costoso si sia realizzato negli ultimi trenta-quarant'anni. Consorzio Eureka, raggruppamento di imprese composto da Unieco, Cmb e Clf, ha iscritto alla voce "riserve" - leggasi: ulteriori richieste rispetto alla cifra strappata in sede di gara di appalto - la bellezza di 150 milioni di euro. La disputa con i cittadini e le varianti decise su Fegino, i sovracosti patiti su lavorazioni in altri punti di intervento, l'enorme problema del conferimento del materiale di scavo - quest'ultimo davvero consistente dal momento che le destinazioni ipotizzate in sede di gara non si sono rivelate disponibili durante il corso dei lavori -, ogni problema è stato minuziosamente indagato e registrato dalle imprese edili di Eureka, che in virtù dell'applicazione dell' "ex articolo 240" hanno fatto scattare una richiesta di risoluzione consensuale. Cosa si rischia? Quanto al momento Rfi, committente del maxi-intervento, non vuol sentir neppure nominare: uno slittamento del taglio del nastro, ad oggi previsto al 2016, di un anno e mezzo o addirittura due anni. Con conseguenza disastrose sui programmi di Trenitalia e su quelli di Comune e Regione che da anni annunciano l'arrivo di una metropolitana di superficie sulla linea costiera destinata a liberarsi dei treni a lunga percorrenza.
Ma cosa comprendono i lavori (per molti cittadini invisibili) della cosiddetta "Gronda dei treni" (il concetto è simile, perché anche in questo caso si tratta di una bretella che convoglia a monte in traffico di percorrenza)? Si inizi col precisare che si tratta dell'opera infrastrutturale più costosa oggi in lavorazione a Genova. La base d'asta complessiva era originariamente di 622 milioni e 400 mila euro per potenziare, attraverso la"moltiplicazione" dei binari, la bretella che taglia la città a monte. Diversi i lavori compresi dal "pacchetto" e suddivisi su undici aree cittadine. A Voltri è prevista la realizzazione della nuova "stazione porta" e l'adeguamento dei binari al servizio del Vte. Poi c'è la cosiddetta bretella di Borzoli, che prevede la realizzazione di un nuovo tratto di tre chilometri totalmente in galleria che permetterà di collegare l'attuale Voltri-Borzoli con la stazione di Sampierdarena. E proprio l'area di Sampierdarena è da qualche mese interessata da un adeguamento complessivo tra il bivio Fegino, lo scalo merci e la stazione passeggeri. Sulla tratta Principe - Brignole si sta provvedendo a realizzare il sestuplicamento della tratta compresa tra le due principali stazioni cittadine, oltre alla realizzazione di un silos per le auto. Vantaggi: dopo il taglio del nastro tutti i treni a lunga percorrenza verranno dirottati sulla nuova linea veloce, lasciando più spazio sulla litoranea ai convogli metropolitani (la cosiddetta metropolitana di superficie, un progetto ancora da strutturare che diversi attori politici vorrebbero vedere a gara in un unico pacchetto col trasporto pubblico dei bus).
La diatriba in questione riguarda in particolare le opere civili, un appalto partito da oltre 300 milioni affidato per 272 milioni al consorzio capitanato da Unieco, risultato autore dell'offerta più competitiva, capace di un ribasso superiore al 20 per cento. Difficile che un'opera di questa portata giunga in porto senza intoppi. Un lentissimo inizio lavori, già, non aveva lasciato spazio ai migliori auspici: ruspe al palo, prefabbricati semideserti e operai non pervenuti. Risultato: quasi un anno di ritardi difficili da motivare. Poi l'avvio reale, monitorato dalla Regione e dal Comune, che chiesero tavoli periodici di aggiornamento. Ora ci si ritrova davanti a un ulteriore stallo, motivato dalla titanica distanza tra committente e imprese. Che si parlano, tant'è vero che la trattativa per arrivare a un accordo è già iniziata e potrebbe concludersi il prossimo gennaio (e non, come previsto in un primo momento, a novembre). Eureka ha già calcolato quanto costerebbe il sovrapprezzo a fine lavori, sempre che i problemi rimangano quelli odierni. Secondo le imprese il costo dell'intervento risulterebbe raddoppiato, con una previsione di riserve a fine lavori di 270 milioni, praticamente un raddoppio del "prezzo" iniziale strappato con la gara delle opere civili.
La situazione non sta giovando al prosieguo dell'intervento, e se si procedesse di questo passo si arriverebbe al taglio del nastro con un consistente ritardo, qualcuno dice addirittura superiore all'anno e mezzo. Interpellati, i vertici di Rfi non commentano, anche se dall'azienda del gruppo Trenitalia proprietaria della rete traspare un certo ottimismo a chiudere la vicenda senza esborsi insostenibili e con il ripristino del cronoprogramma originario, sempre più complicato da confermare. Certo è che il tavolo avviato per riavvicinare le posizioni risolverà soltanto una parte dei problemi relativi alla distanza economica tra padrone di casa e impresa esecutrice dell'intervento. Quanto basta per andare avanti e rimandare la resa dei conti definitiva senza perdere troppo tempo.

Daniele Grillo (Il Secolo XIX, edizione di Genova)