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Briciole di pane

Per gli ingegneri il lavoro arriverà dall'ambiente

Congresso a Rimini. L'obiettivo è mettere a punto un progetto per la messa in sicurezza del Paese partendo dalle strutture scolastiche

Milano, 12 settembre 2012 – Posti di lavoro meno stabili, di più breve durata e peggio retribuiti; forte crescita dei lavori a progetto, tendenziale flessione della quota che esercita la libera professione.
Non è un futuro roseo quello che si prepara per gli ingegneri italiani - circa 1.500 delegati sui 230mila iscritti agli ordini sono impegnati da oggi a Rimini per il loro 57° congresso nazionale - anche se per i professionisti il lavoro non mancherà a patto che sappiano interpretare correttamente le esigenze del mercato che chiede una buona conoscenza generale ma, parallelamente, competenze settoriali soprattutto nel campo dei rischi ambientali. Senza scordare che l'ingegnere di domani dovrà, allo stesso tempo, coniugare conoscenze sia tecnologiche sia gestional-manageriali.
Si tratta di valutazioni - contenute in una ricerca realizzata da S3 Studium per il Consiglio nazionale degli Ingegneri - che saranno oggetto di dibattito nel corso del congresso di Rimini, appuntamento incentrato proprio sui temi della tutela e dello sviluppo della professione.
«L'obiettivo è uscire dal congresso con una proposta concreta per un vero e proprio piano di sviluppo del paese - spiega il vicepresidente vicario del Consiglio nazionale degli ingegneri Fabio Bonfà - che tuteli territorio e cittadini garantendo anche nuovo lavoro e occupazione. Serve una vera messa in sicurezza del paese, che l'ultimo sisma in Emilia-Romagna evidenzia, e bisogna lavorare sulla prevenzione. Negli ultimi 40 anni sono stati spesi per le calamità più di 200 miliardi di euro di soli costi diretti; basterebbe investire un decimo di tale cifra all'anno per fare vera prevenzione. Gli ingegneri sono pronti a dare supporto tecnico a questa necessità, partendo dalle scuole, mettendo in sicurezza le strutture. Per i privati servono, invece, agevolazioni fiscali sullo stile di quelle in essere per i lavori di ristrutturazione».
E che gli ingegneri si preoccupino per il lavoro è ovvio, anche alla luce della crisi che sta investendo l'edilizia privata. Del resto, la ricerca realizzata per il Consiglio nazionale, mette in luce come il rallentamento dei nuovi cantieri costringa a guardare con attenzione al settore delle ristrutturazioni, migliorando anche professionalità specifiche. E nella loro attività progettuale gli ingegneri - oltre che guardare con attenzione all'estero - dovranno sempre più tenere conto dell'impatto della progettazione stessa su gestione, energia, pulizia e manutenzione dello stabile, tanto che l'efficienza energetica al 2020 sarà uno degli elementi di scelta più importanti di un edificio.
Al 2020 gli ingegneri attivi saranno circa 250mila e il fatturato degli studi (che tenderanno a crescere come dimensione) crescerà al massimo del ione soprattutto grazie alla domanda di lavoro nei settori dell'elettronica, dell'informatica e delle prestazioni ambientali.

Giorgio Costa (Il Sole 24 Ore)