Grandi lavori a Bucarest, il governo stanzia 4 miliardi di euro
Dalle strade agli impianti idraulici un maxi-piano da 800 appalti
Roma, 6 dicembre 2010 - Il Pil di Bucarest chiuderà il 2010 in netto calo rispetto al 2009: meno 3% ipotizzava la Bei, meno 1,9 secondo la Commissione europea, che ha rilasciato però per il prossimo anno previsioni più ottimistiche per i Paesi dell’Europa orientale. Il 2011 si preannuncia quindi per la Romania come un anno di ripresa. Bucarest può riuscire a trovare i finanziamenti per gli 800 progetti in cantiere che riguardano la costruzione di strade, fognature, e strutture di utilità sociale nelle zone rurali. I finanziamenti per il piano delle infrastrutture, come annunciato dal ministero competente, verranno assegnati annualmente, ma nei primi due anni saranno a carico degli esecutori dei lavori. Solo dal 2013 il governo pagherà il corrispettivo delle opere, man mano che verranno ultimate.
La rete viaria farà la parte del leone, con piani per l’ammodernamento e l’asfaltatura di 10 mila chilometri di strada regionali e di interesse locale, nonché la realizzazione di collegamento con le autostrade. Inoltre 1.500 località usufruiranno di nuovi impianti di alimentazione idrica e di depurazione delle acque reflue, con le relative reti fognare. Infine, una parte del finanziamento di 50 obiettivi del Piano nazionale di prevenzione delle inondazioni, per il quale sono stati stanziati finanziamenti di 600 milioni di euro, cui vanno sommati oltre 100 lavori di riabilitazione e ammodernamento di sistemi di alimentazione idrica, con finanziamenti previsti di 300 milioni di euro. L’incognita dei tempi di pagamento non è certo incentivante. Ma le imprese italiane del settore costruzione avranno di nuovo di che lavorare. In Romania se ne contano oltre 2 mila: per il made in Italy, è il terzo settore più presidiato, dopo il commercio e le attività immobiliari. Proprio il comparto delle costruzioni è stato fra quelli che hanno risentito di più degli effetti della crisi nel primo semestre 2010, con un calo del 12% del tasso di attività.