Il Veneto ci ripensa: «Benvenuto all'Eurocity austro-italo-tedesco»
Il Veneto ora accoglie l'Eurocity italo-tedesco
Milano, 4 febbraio 2011 - «Finché non ci sono implicazioni negative sulla programmazione ferroviaria regionale e sui relativi tempi di percorrenza, per quanto mi riguarda ritengo che la richiesta di poter effettuare fermate intermedie avanzata dal consorzio DB-OBB-Le Nord non ha per il Veneto controindicazioni». L'assessore alle Politiche della mobilità della Regione Veneto, Renato Chisso, spiazza Trenitalia sulla querelle con il consorzio italo-austro-tedesco. L'ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari, presso il ministero dei Trasporti, aveva infatti deliberato - dopo le sollecitazioni di Trenitalia - che i servizi ferroviari EuroCity svolti da DB-OBB-Le Nord in Italia possono fermare solo nelle stazioni di origine e destinazione, con l'eccezione del nodo di scambio di Verona; e quindi solo a Venezia, Bologna e Milano. «Come Regione - ha aggiunto Chisso - so bene che non abbiamo competenza sui servizi ferroviari a lunga percorrenza, ma nello stesso tempo abbiamo a cuore la nostra clientela e anche le norme europee. Il consorzio svolge un numero di servizi limitato e nello stesso tempo applica tariffe competitive, che potrebbero interessare ad una clientela veneta che potremmo definire pendolare di lunga percorrenza, o occasionale, che non influisce sui contratti del servizio pubblico regionale, stipulati a catalogo». In definitiva, conclude l'assessore, accordare le fermate richieste amplierebbe l'offerta per gli utenti del Veneto e, tra l'altro, consentirebbe il concreto avvio alla liberalizzazione del mercato, almeno per questo tipo di servizi. Ho pertanto chiesto al presidente Luca Zaia di formalizzare questa posizione al ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli». Per quanto non basti il parere del Veneto, non è un siluro da poco, visto che il provvedimento dei Trasporti faceva espresso riferimento a una «sensibile sovrapposizioni con gli analoghi servizi offerti da Trenitalia all'interno dei contratti di servizio pubblico nazionale, regionali e provinciali». Ora viene meno questa affermazione, per ciò che riguarda la regione maggiormente coinvolta. La posizione del Veneto è di particolare attualità perché il provvedimento, adottato il 6 dicembre, era poi stato sospeso per tre mesi in considerazione delle prenotazioni e degli acquisti già effettuati. Inoltre soprattutto la Regione Veneto aveva espresso un parere sostanzialmente negativo, pur affermando di non possedere elementi sufficienti. Le altre Regioni - con un parziale ripensamento dell'Emilia Romagna - avevano invece escluso interferenze tra il nuovo servizio e quelli resi da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio. Il ministero, tuttavia, aveva concluso in modo abbastanza lapidario, spiegando di aver preso la decisione affinché il consorzio italo-austro-tedesco «non abbia interferenza alcuna con i servizi per i quali è previsto un contributo pubblico». Si tratta ora di vedere se la posizione veneta sia sufficiente a rimuovere questo veto sostanziale.