Il ponte europeo dei record fra Irlanda del Nord e Scozia
La Gran Bretagna avvia uno studio per il progetto

Torna in auge la possibilità del progetto di un ponte di collegamento fra Irlanda del Nord e Scozia. A rilanciarlo è il premier conservatore britannico Boris Johnson che lo aveva accarezzato già nel 2018. La sua realizzazione sarebbe un simbolo del legame con il Regno di Gran Bretagna per le due nazioni che non hanno accettato positivamente il divorzio della Brexit dall’Unione europea. È stato lo stesso Johnson a incaricare il suo staff di avviare una valutazione preliminare del tutto, come riferisce un portavoce di Downing Street. "Al momento ci prepariamo a studiare l'idea", ha quindi puntualizzato con una nota. Il ponte farebbe parte dell’ambizioso programma di rilancio delle infrastrutture promesso dal premier britannico durante la recente campagna elettorale. L’idea non è nuova in realtà perché era stata proposta oltre 10 anni dal think tank Center for Cross Border Studies che vedeva nel collegamento infrastrutturale da costruire nella regione di Dumfries e Galloway, nella Scozia sud-occidentale, uno snodo per i collegamenti ferroviari internazionali e un modo per ridurre la pressione sui servizi aerei. All'epoca il costo di realizzazione stimato era di circa 3,5 miliardi di sterline, che oggi ammonterebbe, secondo le ultime stime, a 15-20 miliardi.
Il ponte fra Scozia e Irlanda del Nord prevede una lunghezza di 45 km e verrebbe costruito sopra un tratto del mare d'Irlanda profondo fino a 300 metri. Infatti, a differenza del Danyang Kunshan Bridge, il ponte più lungo al mondo, ben 164,8 km, che collega le città cinesi di Pechino e Shanghai, e che attraversa zone emerse e fondali bassi, quello che è stato già battezzato come il “Boris Bridge” attraverserebbe un mare molto tempestoso e in punti in cui i venti possono raggiungere la forza di uragani. Per questo sarebbero necessari più di 50 pilastri di altezza superiore ai 400 metri per poter sovrastare le onde e lasciare lo spazio necessario al passaggio delle navi.
Il percorso, come riporta anche il Corriere della sera, si incrocerebbe con la Diga di Beaufort, una fossa sottomarina che ha più di 100 anni (veniva usata già durante la prima guerra mondiale) utilizzata come discarica di armamenti e munizioni, oltre a un milione di tonnellate di esplosivo, incluse bombe che contegno gas nervino e scorie radioattive. I costi si aggirano sui 15 miliardi di sterline (18 miliardi di euro), ma altre stime parlano di 20 miliardi di sterline. Sembra però che, come già accaduto per altri progetti di simile spessore, la spesa potrebbe arrivare anche a 50 miliardi di euro.