Cielo unico europeo, l'Ue richiama l'Italia per la mancata attuazione delle norme comunitarie
Lettera di costituzione in mora per i ritardi nell'istituzione dei blocchi funzionali di spazio aereo
Bruxelles, 26 settembre 2013 - Tirata d'orecchi per l'Italia da parte della Commissione per la mancata attuazione delle norme Ue per sbloccare la congestione dello spazio aereo europeo. L'esecutivo comunitario ha chiesto informazioni, con una lettera di costituzione in mora, al nostro Paese, a Cipro e alla Grecia invitando questi tre Stati a chiarire con urgenza quali sono le misure adottate per istituire blocchi funzionali di spazio aereo, i cosiddetti Fab, previsti dalla normativa del 2004 sul cielo unico europeo. I Fab sono una sorta di macroregioni operative che dovrebbero servire a riformare l’obsoleto sistema europeo di controllo del traffico aereo sostituendo gli attuali 27 blocchi nazionali di traffico aereo, per guadagnare in efficienza, tagliare i costi e ridurre le emissioni.
“La presente azione legale deve inviare un messaggio politico forte circa la nostra determinazione a proseguire le riforme estremamente necessarie nell’ambito del controllo del traffico aereo in Europa” ha dichiarato Siim Kallas. Secondo il vicepresidente della Commissione “per oltre 10 anni, sulla strada verso il cielo unico europeo, le nostre compagnie aeree e i loro clienti hanno dovuto sopportare ritardi e servizi non all’altezza. Non possiamo permetterci di continuare così. I cieli europei affrontano una crisi di capacità e la riforma del nostro obsoleto sistema di controllo del traffico aereo è troppo importante per i passeggeri, le compagnie aeree e l’ambiente per essere lasciata fallire”.
Proprio dieci giorni fa il Consiglio Ue aveva trovato un accordo per procedere sulla strada del Cielo unico europeo, ma al di là degli intenti nei fatti i Paesi membri sembrano essere, in alcune zone d'Europa, ancora in alto mare: nel 2004 era stato introdotto l’obbligo per gli Stati di istituire i Fab poi, a causa dei lenti progressi compiuti, nel 2009 è stato fissato il termine vincolante del 4 dicembre 2012, ma l’attuazione procede ancora troppo lentamente.
Secondo le stime comunitarie le inefficienze nel frammentato spazio aereo europeo comportano ogni anno costi straordinari per quasi 5 miliardi di euro che vanno a carico delle compagnie aeree e, quindi, dei loro clienti. In media un volo è costretto a percorrere 42 chilometri in più del necessario, costringendo gli aeromobili a consumare più carburante, generare maggiori emissioni, pagare maggiori diritti di utilizzo, per non parlare dell’aumento dei ritardi. Gli Stati Uniti, che su uno spazio aereo di dimensioni simili al nostro hanno un unico fornitore, controllano 84% in più di ore di volo con il 7% in meno di controllori. Il loro sistema costa anche quasi il 40% in meno per ogni ora di volo.