Se l'auto non serve si affitta. La nuova frontiera del carsharing
Dall'America arriva un nuovo servizio di condivisione delle automobili che punta ad ottimizzare le automobili esistenti, ad evitare gli sprechi e a rimpinguare il portafoglio
Roma, 31 ottobre 2014 - Quante ore al giorno rimane ferma la vostra automobile? Cosa ne pensereste di affittarla ad un perfetto sconosciuto, quando non ne avete bisogno, per il tempo che volete?
Guadagnare invece di lasciare inutilizzato il veicolo, è questa l'idea alla base di Getaround, un servizio diverso di carsharing, cioè di condivisione di automobili, che si sta diffondendo negli Stati Uniti. Lanciato nel 2011, Getaround è ora attivo con successo in 5 città americane, tra cui San Francisco e Chicago. L'elemento che lo differenzia dagli altri servizi di carsharing, dunque, sta nel fatto che invece di prendere in affitto una macchina appartenente ad una flotta di una società privata o di un ente pubblico, si prende quella di un altro privato cittadino che la mette a disposizione. Il meccanismo è semplice e come molti servizi di auto condivise, inizia sul Web; chi è alla ricerca di una vettura si iscrive sul sito ed far parte della rete di utenti, a questo punto può prenotare le automobili più adatte alle sue esigenze e dopo aver preso accordi con il proprietario, procede con il noleggio.
La App di Getaround disponibile per smartphone consente di visualizzare su una mappa dove sono localizzate le automobili, inoltre, se è stato attivato un particolare servizio, permette di sbloccare la serratura dei veicoli. In alternativa bisogna incontrare di persona il proprietario per ricevere le chiavi dell'auto.
Per entrare nella community di Getaround non bisogna pagare alcun abbonamento, ma è necessario che i membri rispettino delle regole. Sono, come prevedibili, proibiti comportamenti scorretti, dall'azienda assicurano il massimo sostegno in caso di problemi connessi, ad esempio, a danni alla vettura o a ritardi, mentre i proprietari possono mettere a disposizione esclusivamente automobili che non abbiano percorso oltre 125mila miglia e non siano antecedenti al 2004. Con l'affitto nelle tasche dei proprietari entra il 60%, della quota pagata da chi prende a noleggio, mentre il resto va a Getaround.
Oltre che per arrotondare, il sistema rappresenta senza dubbio un'opzione interessante per ottimizzare il parco circolante, a maggior ragione in un paese come gli Stati Uniti che conta circa 250 milioni di vetture, ciascuna delle quali, secondo il team del servizio di carsharing, rimane ferma in media 22 ore al giorno.
E in Italia potrebbe funzionare? A prescindere dal senso di diffidenza che si può provare nel lasciare il proprio veicolo ad un estraneo, vi sono ancora dei dettagli tecnici poco chiari. In caso di sequestro del veicolo, ad esempio, cosa accadrebbe? Forse qualche innovativo startupper sta già lavorando per risolvere questi cavilli e per riadattare il sistema al nostro contesto. Visti i risultati positivi ottenuti negli ultimi anni dal mercato del carsharing, un Getaround nostrano potrebbe avere buone probabilità di successo.