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Briciole di pane

Cerasa: "L’Italia ha molte aree da scoprire, piene di tesori dall’inestimabile valore"

Intervista al Direttore delle Guide di Repubblica

Direttore Cerasa, il volume dedicato alle meraviglie dell’Unesco arricchisce la collana delle Guide di Repubblica realizzate in collaborazione con Anas. Le infrastrutture possono aiutare a raccontare il patrimonio storico artistico italiano? 

Sono assolutamente fondamentali. Con l’ultima guida di Repubblica realizzata in collaborazione con Anas abbiamo fatto il salto di qualità accogliendo una modalità conoscitiva riconosciuta in tutto il mondo: i tesori Unesco. Il volume racconta dettagliatamente i siti presenti nel nostro Paese.  Non solo i patrimoni materiali ma anche quelli immateriali, i geoparchi e le riserve della biosfera. E per poter fruire di queste meraviglie è basilare avere una importante ed efficiente rete infrastrutturale.  

 

Dopo le restrizioni ai viaggi imposte dalla pandemia il turismo ha mostrato una netta ripresa. Può in breve tempo consolidarsi quale primaria industria del nostro Paese? 

Credo che sia inevitabile. L’Italia è un paese dall’offerta culturale ricchissima. Con la nostra guida il lettore può orientarsi tra siti noti e bellezze storico – artistiche tutte da scoprire. Abbiamo angoli del nostro Paese che sono ancora poco battuti. Se dovessi prendere come regione di riferimento il Piemonte, mi soffermerei ad esempio sulle residenze sabaude ma anche sui siti palafitticoli preistorici dell'arco alpino, passando per i paesaggi vitivinicoli e concedendomi una pausa ad Ivrea  

 

Secondo lei come si può limitare l’impatto antropico da pressione turistica nei centri storici italiani? 

Bisogna necessariamente tutelare i centri storici dal turismo di massa mordi e fuggi, applicando in maniera tassativa regole che li preservino. È fondamentale una cultura del rispetto. Non si può pretendere di bivaccare a Trinità dei Monti o sotto il Duomo di Firenze. Anche sul fronte degli accessi non si può lasciar passare un numero illimitato di ingressi. Ben vengano iniziative che regolamentano e favoriscono un turismo di qualità salvaguardando aree fragili, come ad esempio il ticket d’accesso che il sindaco di Venezia, Brugnaro, vuole applicare a partire dal 2023 nel capoluogo lagunare. 

  

A suo parere ci sono regioni o aree non ancora pienamente valorizzate sotto l’aspetto turistico? 

L’Italia ha molte aree da scoprire, piene di tesori dall’inestimabile valore. Penso al Molise, alla Basilicata, parzialmente salita agli onori della cronaca nel 2019, anno in cui è stata scelta quale capitale europea della cultura o anche l’Abruzzo.  Ma soprattutto dobbiamo rivalutare dei siti la cui rilevanza è pari a luoghi ben più noti. Ad esempio la Toscana non è solo Firenze, ma anche le Ville e i giardini medicei, Pienza, la Val d’Orcia. Territori interni che sono, specialmente d’estate marginalizzati rispetto alla costa. E allargando gli orizzonti suggerisco anche l’itinerario culturale gastronomico sulle tracce delle testimonianze monumentali della civiltà longobarda o quello alla ricerca delle faggete vetuste. 

 

La mobilità green può rappresentare una svolta per un Paese come l’Italia, ricco di borghi, biodiversità e varietà di paesaggio? Secondo lei a livello infrastrutturale siamo pronti ad accogliere questo nuovo modo di viaggiare? 

Credo fermamente che questo sia il futuro. L’Italia è dotata di una rete infrastrutturale e stradale capillare che permette il viaggiatore di raggiungere i tantissimi tesori di cui è ricco il nostro Paese. Sempre più sta assumendo importanza la vacanza che sceglie la mobilità dolce delle biciclette, cui Repubblica ha dedicato una guida realizzata sempre in collaborazione con Anas. Il turismo su due ruote tutela l’ambiente, la natura ma soprattutto la salute. Un trend di grande successo che si riscontra anche nell’interesse che hanno i nostri lettori verso qualsiasi iniziativa che metta al centro del turismo la bici.