Frejus, storia di un'avventura: il primo traforo delle Alpi
In un volume la cronaca della progettazione e realizzazione del Frejus ferroviario
Torino, 15 dicembre 2011 - Poco meno di 100 pagine appassionate, dense di storia e di tecnica. Può essere definito così il volume di Pasquale Cialdini “Frejus - Storia del primo traforo delle Alpi e degli uomini che lo realizzarono 1871 – 2011”, pubblicato da qualche giorno sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Il libro, è una sorta di viaggio nella storia vera della progettazione e realizzazione del primo traforo alpino – quello del Frejus appunto – raccontata non solo con competenza, ma soprattutto con partecipazione. Cialdini, infatti, è il Direttore Generale Vigilanza e Sicurezza nelle Infrastrutture del Ministero, ma forse non è un caso la scelta di firmarsi, sotto la dedica a tutti i colleghi, semplicemente “Ingegnere del Genio Civile”.
Attraverso la lettura delle pagine del volume, completate anche da un apparato di immagini di tutto rispetto, Cialdini racconta prima come si è arrivati ad ideare, progettare e approvare il traforo (compreso l’accesissimo dibattito in Parlamento con l’intervento di Cavour), per poi passare alla spiegazione delle diverse fasi di realizzazione dell’opera (una parte, questa, che ha il merito di riuscire ad illustrare in maniera semplice fasi e concetti del lavoro estremamente complessi). Cialdini, poi, prende in considerazione “le vite” dei protagonisti dell’opera.
In 16 ritratti, vengono quindi approfonditi tratti caratteriali, storie personali, aspirazioni professionali e politiche di chi, in vario modo, prese parte alla realizzazione del traforo. Il volume, però, non si ferma al giorno dell’inaugurazione, ma prosegue con una terza parte che riguarda i primi 140 anni di esercizio: sono quindi illustrate le fasi di ammodernamento del tunnel e, soprattutto, viene aperta una finestra sul futuro costituito dalla Nuova Linea Torino Lione che, in un certo modo, costituisce il proseguimento di quanto deciso più di un secolo e mezzo fa.
Al di là dei contenuti tecnici, il volume di Cialdini è quindi un libro tutto da leggere – soprattutto per la capacità dell’autore di proporre aspetti tecnici in maniera chiara e leggibile – ma è anche una testimonianza dal di dentro della maestria tecnica italiana in tema di infrastrutture e trasporti, oltre che uno strumento utile per capire meglio la continuità storica delle grandi opere, specialmente con riguardo ai problemi di oggi per realizzarle.
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