Smart City, ecco il rapporto del centro studi della Cassa depositi e prestiti
Dallo studio realizzato dalla CDP, in collaborazione con il Politecnico di Torino, emerge che la Smart City non è semplicemente una Digital City, ma un progetto per valorizzare le potenzialità dei territori
Roma, 31 ottobre 2013 - Se c’è un aspetto positivo dei tempi di crisi, è da ricercare nelle iniziative da parte di istituzioni pubbliche e imprese che cercano di studiare metodi per risparmiare sui costi, garantendo i servizi di base o addirittura migliorarli. Un esempio di questa tendenza lo fornisce il concetto di Smart City, adottato da numerose amministrazioni locali. E un’istituzione come la Cassa depositi e prestiti, con il suo Servizio Ricerche e Studi, ha dedicato all’argomento un dettagliato rapporto dal titolo “Smart City – Progetti di sviluppo e strumenti di finanziamento”, appena uscito nella neonata collana Report Monografici della CDP. In tempi in cui le casse della finanza pubblica languono, bisogna aguzzare l’ingegno per cercare di risparmiare grazie a un uso sapiente della tecnologia e della finanza. Ma che cos’è la Smart City?
La Smart City è un’idea di comunità del futuro, è un’area geografica al cui interno sono concentrati una serie di bisogni soddisfatti dalle tecnologie, servizi e applicazioni riconducibili a domini diversi: smart building, inclusion, energy, environment, government, living, mobility, education, health, e molto altro ancora. Tali tecnologie, servizi ed applicazioni non bastano da soli a definire una Smart City, se non vengono calati in una piattaforma che assicuri interoperabilità e coordinamento, ma soprattutto la definizione di appropriati strumenti di governance e finanziamento, elementi essenziali alla realizzazione della visione politica e sociale costitutiva della Smart City. Ecco perché il termine chiave del concetto di Smart City si chiama integrazione. Non bastano le colonnine per la ricarica delle auto elettriche o i pannelli di infomobilità alle fermate degli autobus per definire una città smart.
Una Smart City, invece, nasce da una visione strategica, pianificata, organica e legata alla capacità di leggere le peculiarità dei territori, da parte di un organo in grado di ripensare la città con una visione di lungo termine e in maniera integrata. Da un’analisi sul concetto di Smart City è emerso l’aspetto legato all’Information and Communication Technology (ICT), alle infrastrutture e ai servizi. Una Smart City dunque non sarebbe altro che una Digital City. Ma negli ultimi anni invece sono affiorati aspetti più soft legati alle città intelligenti come la governante tra gli stakeholder, il capitale umano e le relazioni sociali che si creano all’interno dell’area urbana. Non rappresenta dunque il fine ultimo quello della digitalizzazione, ma è sono uno degli aspetti dalla Smart City.
I rigidi vincoli di finanza limitano gli spazi di manovra delle Pubbliche Amministrazioni (PA), diventa per cui uno strumento fondamentale il Partenariato Pubblico-Privato (PPP) per progettare le future città intelligenti italiane. È chiaro quindi che una vera Smart City si basa su aspetti tangibili (infrastrutture di trasporto, dell’energia e delle risorse naturali) e su aspetti immateriali (capitale umano, istruzione e conoscenza, e capitale intellettuale delle aziende).
Ha caratteristiche smart una città che:
• secondo una visione strategica e in maniera organica, impiega gli strumenti dell’ICT come supporto innovativo degli ambiti di gestione e nell’erogazione di servizi pubblici, grazie anche all’ausilio di partenariati pubblico-privati, per migliorare la vivibilità dei propri cittadini;
• utilizza informazioni provenienti dai vari ambiti in tempo reale, e sfrutta risorse sia tangibili (ad es. infrastrutture di trasporto, dell’energia e delle risorse naturali) sia intangibili (capitale umano, istruzione e conoscenza, e capitale intellettuale delle aziende);
• è capace di adattare se stessa ai bisogni degli utenti, promuovendo il proprio sviluppo sostenibile.
Il rapporto, elaborato con la collaborazione del Politecnico di Torino, è diviso in quattro capitoli. Il primo capitolo cerca di definire in maniera sintetica il fenomeno della Smart City e i vari ambiti di applicazione degli interventi da intraprendere per dar vita a una città efficiente. Il secondo descrive ciascun ambito di applicazione e i modelli di business. Molto importante il terzo perché offre una ricognizione sugli strumenti di finanziamento comunitari e nazionali, con una particolare attenzione sul partenariato pubblico-privato e sul project finance. Il quarto cerca di fare un quadro unitario di tutte le informazione raccolte nei capitoli precedenti.