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Briciole di pane

Authority Trasporti: primi passi, primi ostacoli

La parola passa alla Corte Costituzionale

Roma, 23 novembre 2015 – Come Autorità indipendente di regolazione, è giovanissima: la sua istituzione risale a meno di quattro anni fa. Ma può già vantare, sul piano giuridico-normativo, un’esistenza piuttosto movimentata. Ciò non deve stupirci: parliamo dell’Authority dei Trasporti, deputata a regolare un settore di enorme complessità. Le complicazioni del diritto riflettono le tensioni, e gli interessi, presenti nella realtà.

 


Nella culla, o per meglio dire in sala parto, detta Authority sembrava anche avere una sorella (gemella?) di corporatura un po’ più gracile, l’Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali. Quest’ultima non sopravvisse, riassorbita nel Ministero delle Infrastrutture e Trasporti il 1° ottobre 2012, lasciando alla superstite il “grosso” della materia attinente a regolazione e variazioni tariffarie per le concessioni autostradali.


Nel frattempo, ci fu chi sospettò che il nuovo organismo potesse indebitamente sovrapporsi a competenze regionali sancite dalla Costituzione. La Corte Costituzionale, con sentenza 41 dell’11 marzo 2013, allontanò questi dubbi, chiarendo che “le funzioni conferite all’Autorità di regolazione dei trasporti, se intese correttamente alla luce della ratio che ne ha ispirato l’istituzione, non assorbono le competenze spettanti alle amministrazioni regionali in materia di trasporto pubblico locale, ma le presuppongono e le supportano. Compito dell’Autorità dei trasporti è, infatti, dettare una cornice di regolazione economica, all’interno della quale Governo, Regioni e enti locali sviluppano le politiche pubbliche in materia di trasporti, ciascuno nel rispettivo ambito”.


E ora, notizia proprio di questi giorni, un altro intoppo.

Concernente l’importante questione del finanziamento dell’Authority (qualsiasi apparato amministrativo, si sa, ha dei costi di funzionamento). In base alla legge istitutiva, dovrebbe operare un “contributo versato dai gestori delle infrastrutture e dei servizi regolati in misura non superiore all’uno per mille del fatturato dell’ultimo esercizio”, con importi determinati, annualmente, dal Consiglio dell’Autorità e approvati dal Governo.

Le maggiori associazioni imprenditoriali, tuttavia, contestano il fatto che il pagamento delle quote venga chiesto a tutte le imprese dimensionate classificate nella categoria dei trasporti, pur quando svolgono attività (es. logistica, spedizioni) non regolate dall’Autorità stessa. Il 12 novembre scorso, il TAR del Piemonte – dato che l’Authority ha ufficialmente sede a Torino Lingotto – ha sospeso le richieste di versamento. Dovrà pronunciarsi, ancora una volta, la Corte Costituzionale.

Davide Fornaro