Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

L'Italia è sismicamente molto pericolosa, serve progettare con microzonazioni più dettagliate

La Convention nazionale dei Geologi a San Benedetto del Tronto l'11 e 12 settembre

Roma, 8 settembre 2014 - L'Italia è considerato un Paese sismicamente molto pericoloso. A pochi giorni dalla Convention nazionale dei Geologi, che si terrà a San Benedetto del Tronto l'11 e 12 settembre, il consigliere Nazionale, Giovanni Calcagnì, lancia l'allarme. Basti pensare che dal 1968 a oggi i morti causa terremoto sono stati 5 mila, e oltre 500 mila i senza tetto con 150 miliardi di euro negli ultimi 40 anni per interventi tampone successivi ai disastri.

Secondo la mappatura elaborata dall'Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia (Ingv), nel territorio italiano ci sarebbero 36 diverse zone sismo genetiche, ovvero dove potrebbero originarsi terremoti, ed una diffusa presenza di faglie attive da cui periodicamente si originano sismi. La maggiore pericolosità sismica secondo lo studio sarebbe nella zona appenninica.

“Dal 2011 ad oggi, sono stati programmati studi di Microzonazioni Sismiche, soprattutto di primo livello, per 1660 comuni, di cui circa 500 già eseguiti e validati. È chiaro che questo è solo un inizio, considerando i circa 4900 comuni italiani classificati a più alta sismicità (Zone sismiche 1-2-3) - ha sottlineato Calcagnì - e tenendo presente che sarebbe necessario giungere alla microzonazione di 2 e 3 livello di tutti i suddetti comuni classificati sismici”.

Secondo i Geologi per la messa in sicurezza del territorio e degli edifici è necessario partire dalle classificazioni sismiche e rivederle. “Oggi iniziamo ad aver finalmente su larga scala, quella nazionale, e con buona sicurezza statistica, la prova provata di quanto i geologi predicano da tempo, ovvero - ha continuato Calcagnì - che la grande vulnerabilità sismica italiana deriva solo in parte da carenze costruttive. Essa infatti deriva anche da progettazioni basate su norme sismiche che, nel tempo, hanno sempre fatto riferimento a classificazioni sismiche di arcaica concezione, in quanto sempre fondate su macrozonazioni a volte già vecchie e inadeguate al momento della loro emanazione per un determinato territorio, e che non hanno mai ben considerato l’approccio locale, delle condizioni geologico-sismiche del singolo territorio e del singolo sito su cui si progettava l’opera”.


Bisogna iniziare quindi a pensare a nuove forme, più moderne, analitiche e “locali”, di classificazione sismica dei territori italiani, con microzonazioni sismiche sempre più di dettaglio.

 

MZ