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Briciole di pane

Auto: Acea, infrastrutture e listini pesano su target Ue per elettriche

L'85% di tutte le auto a ricarica elettrica sono vendute in soli sei paesi dell'Europa, i più ricchi. L'Associazione europea dei produttori d'auto ribadisce l'impegno per la riduzione di C02

Un taglio deciso nei prossimi anni alle emissioni di CO2 dipende fortemente dalla diffusione di auto ad alimentazioni alternative, ma per raggiungere questo traguardo bisogna superare anche l'ostacolo del rendere questo tipo di vetture  accessibili dal punto di vista economico a un numero maggiore di  consumatori. E' l'indicazione - diretta anche ai politici europei - che arriva dai gruppi membri dell'Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA). Gli ultimi dati rilasciati oggi dall'Associazione mostrano come l'85% di tutte le auto a ricarica  elettrica sono vendute in soli sei paesi dell'Europa occidentale che  presentano i maggiori livelli di Pil pro capite. Al contrario in quelli con un Pil annuo inferiore a 18.000 euro, come quelli dell'Europa centrale e orientale, la quota di mercato delle auto a ricarica elettrica rimane prossima allo zero. Un nodo non indifferente se si considera l'indicazione della Commissione europea che punta a una quota di vendite di auto elettriche pari al 15% del totale entro il 2025 e al 30% entro il 2030. Nella loro nota i membri Acea hanno ribadito il loro impegno alla  'decarbonizzazione' dei trasporti automobilistici ma anche la  preoccupazione per una disponibilità limitata delle infrastrutture necessarie alla mobilità a zero emissioni.

Per Carlos Tavares, Presidente Acea e CEO di PSA Group, "dal momento che il mercato è guidato dai clienti, gli obiettivi di CO2 devono essere realistici, tenendo conto di ciò che le persone  possono realmente permettersi". I nuovi dati ACEA mostrano che dei  circa 100.000 punti di ricarica disponibili oggi, il 76% è concentrato in soli quattro paesi (Paesi Bassi, Germania, Francia, Regno Unito). Dall'altra parte dello spettro, un vasto paese come la Romania - circa sei volte più grande dei Paesi Bassi - conta solo 144 punti di  ricarica.Tavares a nome dell'Acea ha aggiunto: "Deploriamo che la proposta  della Commissione per gli obiettivi di CO2 post 2020 non colleghi la  disponibilità di infrastrutture agli obiettivi futuri". Di qui la  richiesta di verifiche "a medio termine" sulla disponibilità di infrastrutture e sull'atteggiamento del mercato.