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Briciole di pane

Giovannini: sul ponte sullo Stretto oggi condizioni diverse

Il ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili ha rilasciato un’intervista a La Stampa affrontando temi come il ponte sullo Stretto di Messina, il Recovery plan, la Tav Torino Lione, il dossier autostrade, Alitalia, gli sbarchi dei migranti nei porti italiani

Il ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha rilasciato un’intervista al direttore de La Stampa, Massimo Giannini, per la trasmissione “30 minuti al Massimo” (disponibile su La Stampa.it), poi ripresa anche sul quotidiano da Niccolò Carratelli. Molti i temi affrontati, dal Ponte sullo Stretto di Messina, al Recovery plan e alla Tav Torino Lione, dai dossier autostrade e Alitalia agli sbarchi dei migranti a Lampedusa.

In particolare, sulla realizzazione del ponte sullo Stretto, il ministro ha ricordato che "oggi ci sono alcune condizioni diverse rispetto al progetto originario, dal punto di vista economico, normativo e trasportistico. Ad esempio, c'è la novità della linea ferroviaria ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria, quella sì inserita nel Piano di Ripresa e Resilienza".

"La relazione tecnica della commissione istituita al ministero – prosegue - è stata inviata al Parlamento: vengono scartate le ipotesi dei tunnel, mentre si suggerisce di fare uno studio di fattibilità tecnico-economica sulle soluzioni del ponte a una o a più campate. In quest'ultimo casa servono anche analisi sismiche, perché la posizione del ponte sarebbe diversa, più vicina a Reggio Calabria e a Messina. Sulla base di questa relazione ci sarà un dibattito pubblico". "Io invito sempre a discutere sui fatti e a prendere decisioni informate, abbandonando il dibattito ideologico a cui abbiamo assistito in passato. Ci sarà una discussione tra le forze politiche, in Parlamento e nell'opinione pubblica, poi si deciderà se fare o meno questo studio di fattibilità", conclude sul tema.

Sulle opere del Recovery plan, Giovannini è intervenuto dicendo che "oltre alle norme di semplificazione, abbiamo fatto programmi per scelte di attuazione che possono contribuire a tagliare i tempi. Il gioco è diverso rispetto al passato, stavolta sono i tempi prestabiliti a guidare il processo, non viceversa. C'è un cronoprogramma definito e pronto per la pubblicazione. I cantieri aperti entro quest'anno saranno una ventina, l'anno prossimo una cinquantina e ulteriori 37 nel 2023".

Sulla vicenda di Autostrade: "È una questione che stanno discutendo i privati, il governo deve lasciare che siano loro a definire una transazione adeguata” soffermandosi sul passaggio alla cordata guidata da Cdp. Sui tempi invece, il capo del Mims ha spiegato che "la relazione del consiglio di amministrazione di Atlantia, preparata in vista dell'assemblea soci di fine mese, definisce tutti gli aspetti della transazione. Come già stabilito dal precedente governo, aspettiamo la decisione di Atlantia per passare poi alla firma del nuovo piano economico-finanziario".

Per la Tav Torino-Lione, il ministro ricorda che "sulla tratta nazionale serve progettazione e dibattito pubblico". Parole anche su Alitalia: "Il governo lavora perché finisca bene, con un vettore nazionale in grado di competere sul mercato e poi eventualmente di fare accordi. Certo, non vogliamo che tra qualche anno ci si possa ritrovare in una condizione di debolezza. E non trascuriamo le implicazioni sociali, quella degli esuberi è una partita complessa".

Sulla questione migranti e i porti aperti "ci sono chiare norme vigenti, ancora più importanti da rispettare in epoca di Covid: bisogna salvare le persone e metterle in sicurezza dal punto di vista sanitario. Ma ci sarà una sintesi politica complessiva, che spetta al presidente Draghi e al governo nella sua collegialità" rammentando che "stiamo ragionando su varie opzioni, ben sapendo che questo è un problema strutturale, che ora diventa più visibile per le condizioni meteo favorevoli. Credo che la Guardia costiera faccia un lavoro straordinario nel salvare vite umane in mare" che è "la prima cosa da fare. Poi certo serve un'azione diplomatica, un coordinamento europeo, considerando le diverse variabili nei Paesi di partenza dei migranti e azioni sul nostro territorio".