Primo trimestre 2023: previsioni del traffico positive con un buon segnale per il Pil
Il confronto con l’era precovid è sempre necessario, ma i dati sulla circolazione crescono in questo inizio anno, nonostante il caro benzina. E si attende anche la risposta sui primi spostamenti dei vacanzieri nei prossimi ponti di primavera
Un occhio alla strada e un altro al prodotto interno lordo. I dati sul traffico veicolare che, dal periodo post pandemia, sono oggetto di interessanti analisi, diventano sempre più un riferimento e un metro di giudizio per valutare la crescita economica nel nostro paese.
Ci avviciniamo alla chiusura del primo trimestre del 2023 e l’ultima analisi sulla circolazione veicolare, appare positiva, nonostante il caro prezzi del carburante.
Se spostiamo l’attenzione sui flussi veicolari della rete stradale e autostradale di competenza Anas, si registra per gennaio e febbraio 2023 un aumento dei volume di traffico rispetto agli stessi mesi del 2022. I dati registrati in questi primi due mesi sono confortanti, anche se leggermente più bassi rispetto al 2019 (era precovid), a febbraio, infatti, la differenza è solo del 5%. Ma non va sottovalutato un aspetto fondamentale che ha inciso fortemente sulle tasche degli automobilisti, ossia il prezzo della benzina che a febbraio 2019 era pari a 1,521 rispetto a 1,860 di quest’anno.
Analizzando, invece, i dati relativi al traffico dei mezzi pesanti, possiamo intuire che la produzione, per i primi mesi del 2023, sia superiore al 2022 in particolare a febbraio e sappiamo bene quanto incide sul ciclo economico del paese il trasporto di generi di prima necessità, di produzione alimentare e di diversi materiali che forniscono fabbriche ed imprese di costruzione
Dati che saranno ancora più interessanti nel secondo trimestre, quando, agli spostamenti per lavoro e trasporto, si aggiungeranno anche quelli dei vacanzieri per le prime gite fuori porta in occasione delle festività pasquali e dei ponti di primavera. Sarà un significativo incremento del traffico, che già si sta registrando da qualche anno e che anticipa in qualche modo la stagione estiva, se le condizioni meteo lo consentiranno. Spostamenti che, per la loro breve durata, hanno confermato sempre l’utilizzo dell’auto come prima scelta per viaggiare per sicurezza, tempi e costi
Per poter stimare i valori del PIL per il I trimestre 2023, si è partiti dal modello di regressione lineare tra PIL e IMR (indice di mobilità rilevata) che misura il transito medio giornaliero. Pertanto la crescita del Prodotto interno lordo per il primo trimestre 2023 è pari allo 0,30 % rispetto al trimestre precedente e dell'1,80 % in termini tendenziali
Nell’ultima nota pubblicata dall’ISTAT il 3 marzo 2023, si legge che la variazione acquisita del Pil per il 2023 è pari al +0,4 per cento. E nel quarto trimestre 2022 il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti ed è cresciuto dell’1,4% nei confronti del quarto trimestre del 2021. Dati, in base ai quali, è possibile intuire che anche per l’anno 2023 la produzione italiana sarà positiva.
Anche l'Ocse rivede al rialzo le previsioni di crescita sull'Italia di quest'anno e si attende un aumento del Pil dello 0,6%, mentre sul 2024 stima un più 1%. I dati, contenuti in un aggiornamento di interim dell'Economic Outlook segnano sul 2023 una revisione al rialzo di 0,4 punti rispetto alle stime di novembre, mentre il dato del prossimo anno è confermato.
Ma ritorniamo alle analisi dei dati di traffico che incidono sulla crescita economica. Il rapporto comincia ad essere preso in esame dagli esperti e in una recente intervista, Pasquale Russo, Segretario Generale Conftrasporto dichiara: “Trasporti e logistica rappresentano il 3% del PIL. L’80% delle merci in Italia viaggia su gomma, mentre il 60% delle nostre importazioni e il 50% delle esportazioni (per quantità) transita attraverso il trasporto marittimo. Le imprese di trasporto merci su strada in Italia sono circa 80mila e impiegano circa mezzo milione di persone e segnali positivi si riscontrano anche nel trasporto ferroviario e marittimo»
Tutto ciò trova conforto anche nella scelta dell’auto e in particolare dell’acquisto. Il mercato italiano prosegue lungo il percorso della crescita a doppia. Secondo i dati del ministero dei Trasporti, a febbraio sono state immatricolate 130.365 vetture, con una crescita anno su anno del 17,5%. Il netto miglioramento è legato a due fattori: da una parte, la maggior disponibilità di prodotto presso le reti di vendita; dall’altra, l’effetto statistico legato alla bassa base di confronto con lo scorso inverno, particolarmente penalizzato dalle conseguenze della crisi dei semiconduttori sulle attività produttive dei costruttori.
Per quanto riguarda i canali di vendita è il noleggio a sostenere la domanda, a dimostrazione dell’efficacia dell’ampliamento della platea dei beneficiari degli incentivi proprio alle persone giuridiche. I privati, infatti, crescono del 2,9%, ma il noleggio a lungo termine vola a +54,8% e quello a breve a +147,7%.
Una forte ripresa si registra anche per le elettriche dopo diversi mesi di costante declino: +54,7% e una quota in risalita dal 2,8% al 3,7% del mercato. Ma è un dato che soprattutto in Italia si pone in controtendenza con un futuro completamente elettrico rispetto ad altri paesi europei.
Spicca la Norvegia, dove già dal 2016 il Parlamento ha deciso che dal 2025 - quindi con 10 annidi anticipo rispetto ai Paesi dell'Unione Europa - tutte le auto nuove vendute dovranno essere elettriche. Oggi, su circa 2,8 milioni di auto circolanti, il 21% del totale è elettrico e sul territorio ci sono 18 mila punti di ricarica, dei quali 5.600 ad alta potenza, che erogano tutti energia verde, merce che la Norvegia ha in abbondanza al pari del petrolio.
Nella lista dei Paesi che scommettono sull’elettrico nel settore automotive, seguono nella classifica delle quote di mercato: Islanda (9,1%), Svezia (4,2%), Svizzera (2,3%), Belgio (2,1%), Finlandia ( 1,9%), Austria (1,7%), Regno Unito (1,7%), Francia (1,6%) e Paesi Bassi (1,6%).
Insomma, un cambio di passo e una nuova abnitudine che forse spaventa gli automobilisti italiani, ma è anche una necessaria e importante mentalità nel rispetto dell’ambiente e della piena sostenibilità.