Italia 20esima nel primo quadro di valutazione dei trasporti dell'Ue
Il Paese viene promosso per strade e ferrovie ma sul giudizio finale pesano le troppe infrazioni
Bruxelles, 10 aprile 2014 - Luci e ombre per il nostro Paese quelle che escono fuori dal primo quadro di valutazione dei trasporti pubblicato dall'Unione europea. Disponibile su internet, il quadro riunisce dati provenienti da diverse fonti – Eurostat, Agenzia europea dell'ambiente, Banca mondiale e Ocse – per fornire una panoramica dei risultati degli Stati membri in materia di trasporti in tutta Europa e aiutarli a identificare le lacune e a definire le priorità degli investimenti e delle politiche.
Secondo il commissario ai Trasporti Siim Kallas “è un ottimo strumento che mostra visivamente quanto abbiamo fatto finora per rendere i sistemi di trasporto più efficienti, più accessibili agli utenti, più sicuri e più puliti. Naturalmente può offrire solo una panoramica, ma essa offre a noi e agli Stati membri un punto di riferimento e una fonte di ispirazione per il nostro lavoro comune”.
Lo studio si concentra su tutte le tipologie di mobilità (stradale, marittima, aerea) e mette a confronto i risultati dei 28 Stati membri in 22 categorie relative ai trasporti e per la maggior parte di esse mette in evidenza i cinque attori migliori e peggiori. I Paesi Bassi e la Germania registrano i risultati migliori, con punteggi elevati in 11 categorie, seguiti da Svezia, Regno Unito e Danimarca. In questa classifica l'Italia è soltanto ventesima risultando tra i peggiori cinque nell'implementazione del mercato unico per le strade, nella trasposizione della legislazione europea, e per l'elevato numero di infrazioni che abbiamo accumulato.
Secondo lo studio con i suoi centododici chilometri tra strade e autostrade per milioni di abitante la densità infrastrutturale italiana è al di sotto di quella comunitaria (che è di 141 Km), ma le performance in termini di sicurezza sono buone con un indice di affidabilità a 58, contro la media Ue di 52 (lontano però dall'87 del Lussemburgo).
Si piazza bene anche il settore ferroviario: il nostro paese è tra i migliori esempi di efficienza, terzo per sostenibilità ambientale della rete di trasporto su ferro. Le ferrovie sono mediamente sviluppate con un punteggio di 4 su una scala da 1 a 7, e all'avanguardia anche da punto di vista della sicurezza. L'altro risvolto della medaglia è però che nella penisola viaggiano su rotaia più le merci dei passeggeri.
C'è poi da migliorare nelle infrastrutture per il trasporto aereo. In una scala da 1 a 7 che misura il grado di sviluppo di strutture e reti, l'Italia si colloca a metà strada con un punteggio di 4,34: che sembrerebbe non male visto che il dato medio europeo è del 5,13 ma che però è troppo vicino agli ultimi della classe, gli estoni che hanno il punteggio di 4,14. Spicca il dato relativo al commercio di beni per i porti italiani: nel 2012 vi sono transitate 83,2 milioni di tonnellate, contro le 65,2 movimentate in Regno Unito.
È a livello normativo però che l'Italia viaggia più a rilento essendo il secondo Paese a livello Ue per numero di procedure d'infrazione nel settore trasporti. Complessivamente sono 14 i dossier ancora aperti, peggio si trova solo il Portogallo con 16. “L'Italia ha il più basso tasso di trasposizione di direttive comunitarie sui trasporti”, denuncia la Commissione europea.
Le statistiche dei trasporti sul sito della Commissione europea