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Briciole di pane

De Micheli: “Abbiamo sbloccato 17 miliardi di cantieri”

L’intervento della ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti al convegno organizzato da Conferenza delle Regioni, Confindustria, Ance e Luiss

“Alla domanda perché in Italia non si fanno le opere?, io rispondo ribadendo che 17 miliardi di cantieri che abbiamo sbloccato nei 14 mesi li abbiamo sbloccati per volontà politica. Non c'era nessun atto amministrativo che fosse insormontabile. Nessun atto amministrativo è insormontabile nell'ambito della legittimità di un progetto che è legittimità del finanziamento di un progetto”. Lo ha dichiarato la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli intervenendo all'evento 'Perché in Italia le opere pubbliche sono ferme?' organizzato da Conferenza delle Regioni, Confindustria, Ance e Luiss.  

“Secondo me le prime due vere cause - sostiene la ministra De Micheli - del rallentamento delle opere sono la decisione politica di farle e come farle e la modalità di programmazione finanziaria. Troppo spesso si vuole dare un contentino a qualcuno dicendo che si è avviato il finanziamento di un'opera e poi dopo si rimane a livello di approvazione definitiva perché non si è dato seguito con un atto vero di finanziamento delle opere. Poiché oggi siamo nella condizione di avere il Recovery, la programmazione nuova dell'Fsc, due fondi di infrastrutture che si incrociano, se vogliamo possiamo mettere a terra molto più di quei 40 miliardi previsti dal Recovery perché abbiamo le progettazioni fatte o comunque già definitive che in poco tempo possono diventare esecutive. Con il dl semplificazioni possiamo fare le gare”.   

De Micheli ha continuato dicendo che “si è aperta una nuova stagione. Vanno aggiustate alcune cose, lo stiamo facendo”. Al quesito “Dobbiamo risolvere il problema del subappalto?” la ministra ha ribadito: “Certo, lo affrontiamo e lo risolveremo, ma non sono state queste le norme che hanno bloccato o rallentato l'attività delle opere piccole medie e grandi",  ammettendo che su una cosa “bisogna concentrarci un po' più, cioè la qualificazione delle stazioni appaltanti: su questo mi trovare d'accordo e credo che finita questa fase di definizione del piano finanziario delle opere pubbliche che passa anche attraverso la definizione del Recovery, su questa questione dovremo prendere in via ultimativa una decisione che consenta alle stazioni appaltanti un luogo dove davvero si dà avvio alle opere e non un luogo dove domina il dubbio su quale norma va applicata”.   

La ministra ha quindi difeso il Decreto Semplificazioni: “Poteva andare un pochino oltre e non risolvere alcuni nodi, come il subappalto. Ma consente l'attivazione di una serie di cantieri anche con meccanismi automatici. Comprendo la preoccupazione della firma, ma se penso agli automatismi che abbiamo potuto far scattare, abbiamo la possibilità di attivare una pluralità di opere magari minori ma che per i territori diventano strategiche”.