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Briciole di pane

Intervento sui prezzi a base d’asta e un meccanismo d’aggiustamento in corso d’opera

Il Ministro Giovannini intervistato dal Corriere della Sera sui nuovi criteri di adeguamento dei prezzi di aggiudicazione dei bandi

Il titolare del Mims, Enrico Giovannini, in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, interviene sul tema di stretta attualità nel comparto infrastrutture: la gestione degli appalti pubblici alla luce delle scadenze del Pnrr. 

Per il ministro “I costruttori hanno ragione a lamentarsi dell'aumento dei prezzi, ma il governo ne è consapevole, è già intervenuto due volte nel 2021, mentre nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri la scorsa settimana e che sta per andare in Gazzetta ufficiale sono previsti nuovi meccanismi di adeguamento dei prezzi di aggiudicazione. II primo è quello dei prezzi a base d'asta. La norma prevede che l'Istat faccia una rilevazione dei prezzi dei materiali e che, entro aprile, previo accordo con la conferenza delle Regioni, emani linee guida sulla definizione dei prezziari regionali. II secondo prevede un meccanismo di aggiustamento dei prezzi in corso d'opera molto meno penalizzante per le imprese. Oggi l'aumento dei prezzi è assorbito fino al 10% dalla stessa impresa e per l'eventuale parte eccedente lo Stato interviene riconoscendo solo la metà. Ora col decreto questi parametri vengono rivisti a favore delle imprese. La franchigia a carico delle imprese si riduce in modo consistente. E per l'eventuale parte eccedente la stazione appaltante assorbirà una quota dell'aumento nettamente più alta. Inoltre, il meccanismo di revisione prezzi va specificato in ogni bando, cosa oggi facoltativa”.

Le norme si evidenzia varranno anche per le gare avviate nel 2023,  facendo ricorso a voci di bilancio esistenti, che verranno potenziate se necessario. Giovannini risponde anche all'Ance che avrebbe voluto un meccanismo strutturale di adeguamento dei prezzi: “Per ora interveniamo con un netto miglioramento delle norme a favore delle imprese. E contiamo di riesaminare la questione con la legge delega sulla revisione del Codice dei contratti, entro giugno. Ma non è detto che i prezzi continuino ad aumentare a questi ritmi o restino ai livelli attuali. Le ultime previsioni disponibili stimano per il deflatore delle costruzioni aumenti nel prossimo biennio inferiori al 2%. Del resto, se si parte da prezzi elevati come gli attuali, fortemente aumentati, è ragionevole aspettarsi che la loro dinamica si attenui e che magari, in qualche caso, ci possa essere anche una discesa dei prezzi. Intanto ricordo che il Next generation Eu, come il resto del bilancio europeo, già contiene un meccanismo automatico di revisione annuale delle risorse legato all'inflazione, con un tetto del 2%. Inoltre, se ricorrono condizioni eccezionali, il Consiglio europeo può valutare entro il 2022 eventuali proposte di revisione dei Pnrr nazionali. Vedremo come andrà nei prossimi mesi, ma va ricordato che il fenomeno di cui parliamo non riguarda solo l'Italia, perché l'aumento dei prezzi delle materie prime per le costruzioni, dal ferro all'acciaio al legno, è un fenomeno internazionale. Infine, per quanto riguarda l'Italia, accanto al Pnrr il governo ha previsto un piano complementare finanziato con risorse nazionali, oltre alle poste già previste nelle leggi di Bilancio per gli investimenti. In caso di necessità, quindi, si sono i margini per valutare come intervenire”.

Sul tema dei ritardi nei bandi, altro punto evidenziato di costruttori, il Ministro afferma che “Al momento non ci sono ritardi, almeno per la parte di nostra competenza. Abbiamo messo in campo un meccanismo stretto di monitoraggio dell'attuazione del Piano e non sono emerse criticità evidenti. Posso anzi dire che, per esempio, sul piano di rigenerazione urbana per la qualità dell'abitare, tutti i comuni selezionati hanno confermato di essere in grado di realizzare gli interventi entro il 2026. E per quanto riguarda gli adempimenti in capo al mio ministero, oltre ad avere centrato gli obiettivi del 2021, abbiamo anche realizzato due riforme del 2022. II tutto con importanti velocizzazioni e semplificazioni delle procedure e importanti novità in materia di sostenibilità. Abbiamo definito linee guida per far sì che tutte le nuove opere rispettino i criteri internazionali per le infrastrutture sostenibili. Queste linee dovranno essere seguite da tutti i ministeri anche per sottoporre nuovi progetti d'investimento al Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile che ha preso il posto del vecchio Cipe. II nostro ministero è già pronto per rispettare le nuove regole e ora dovranno farlo anche gli altri ministeri”.

Alla domanda conclusiva dell’intervista, ovvero la capacità del nostro Paese di centrare nel 2022 i 102 target del Pnrr per ricevere da Bruxelles altri 40 miliardi, Giovannini non ha titubanze: “Se continueremo tutti, governo, parlamento, enti locali ad impegnarci come nel 2021 direi proprio di si”.