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Briciole di pane

Infomobilità, Scanni: Anas e Umt non hanno rapporti

La replica a Il Mondo del Direttore delle Relazioni Esterne e dei Rapporti Istituzionali dell'Anas

Abbiamo letto con interesse l’articolo intitolato “L’Anas si ferma sulle strade virtuali” (il Mondo 3). Il contenzioso citato dall’autore trae origine dalla convenzione stipulata il 19 novembre 1998 tra Anas e Infopoint Italia per l’organizzazione dei punti integrati di informazione a servizio dell’utenza stradale. A fronte dei gravi e documentati inadempimenti di Infopoint, l’Anas ha risolto la convenzione il 15 aprile 2003, con un provvedimento che è stato dichiarato del tutto legittimo con sentenza del Tar Lazio n. 7113/2006, confermata dal Consiglio di Stato con Sentenza n. 4718 del 2008. Infopoint, tra l’altro, aveva concluso con UMT e altri soggetti accordi non consentiti per lo svolgimento di alcune fasi del progetto, in relazione ai quali l’Anas è rimasta del tutto estranea. Ciononostante, UMT, ritenendo di vantare un autonomo titolo nei confronti di Anas, ha chiesto un risarcimento di 322 milioni di euro, rigettato integralmente con sentenza n. 8023 del 2011 dal Tribunale Civile di Roma, che ha decretato la liquidazione in favore di Anas oltre 100 mila euro di spese, a carico di tutte le parti in causa. Lo scorso 23 novembre 2011, infine, SIET (incorporante di UMT), ha impugnato questa sentenza dinanzi la Corte d’Appello di Roma citando Anas e chiedendo la sospensione dell’efficacia della sentenza, proprio in considerazione dell’ingente condanna alle spese legali inflitta. Per questi motivi, occorre precisare che a differenza di quanto riportato nell’articolo, l’Anas non ha mai intrattenuto alcun rapporto con UMT. Inoltre, le motivazioni della risoluzione sono attribuibili esclusivamente a un grave inadempimento di Infopoint e non, come sembra sottintendere l’articolo in questione, per sopravvenuta carenza di interesse da parte di Anas. Infine, si sottolinea che l’udienza indicata del 7 maggio 2012 (se la data sarà confermata) potrà avere a oggetto unicamente la sospensione dell’esecutorietà per quanto attiene le ingenti spese di lite cui la controparte è stata condannata.

Giuseppe Scanni Relazioni Esterne Anas

(Il Mondo, 3 febbraio 2012)

L'articolo de Il Mondo

L'Anas si ferma sulle stradi virtuali

Dieci anni di carte bollate. Una sentenza favorevole nel maggio 2011 ormai alle spalle e l'udienza del ricorso già prevista in primavera. A pendere sulla testa di Anas è una delle innumerevoli cause che obbligano ogni anno ad alimentare la consistenza del fondo rischi. Un cuscinetto da oltre mezzo miliardo di euro puntualmente fissato nei bilanci della società guidata da Pietro Ciucci. Il guaio è che se nei prossimi mesi Anas dovesse avere torto gran parte del fondo finirebbe nelle casse di Umt Service, una piccola controllata del gruppo Siet di Damiano Cantisani, che da un decennio sostiene di avere subito un danno da 320 milioni di euro. Un'enormità.

La colpa è di una convenzione firmata nel 1998 dall'ex ente stradale presieduto all'epoca da Giuseppe D'Angiolino. L'accordo tra Anas e Info Point, una società fondata da due imprenditori romani con l'obiettivo di allestire dei chioschi interattivi per informazioni e servizi su viabilità e meteo. Un progetto che ben presto è apparso superato visti i rapidi sviluppi della tecnologia e delle tlc alla fine degli anni Novanta, tanto da trasformare l'operazione. L'idea dei totem interattivi lungo le strade è stata rivista. Sostituita da un piano più ambizioso che prevedeva la realizzazione di un'infrastruttura di rete per servizi di infomobilità via telefonino. Le vecchie case cantoniere erano apparse, del resto, degli ottimi siti lungo la rete stradale dove installare antenne e apparecchi di rilevazione. Ed è a questo punto che nel 2001, su chiamata di Info Point, è entrata in scena Umt Service con il compito di sviluppare il sistema di rete utilizzando i vecchi immobili e i magazzini dell'Anas. Della partita doveva fare parte anche Tim. Ma dopo pochi mesi i lavori di verifica e ispezione nelle case cantoniere sono stati interrotti. All'ex ente i 10 milioni di euro all'anno per un quindicennio riconosciuti per la locazione dei siti non interessavano più. Tanti saluti, insomma, al progetto e a chi si era fatto sotto per lavorarci.

Qui è cominciata l'odissea di carte bollate vista la richiesta di maxi risarcimento milionario avanzata dallo studio legale Irti per conto di Umt Service. L'Anas da parte sua non ha mai riconosciuto l'attività della società di Cantisani poiché la convenzione con Info Point stabiliva che per affidare a terzi la gestione del servizio doveva esserci l'autorizzazione della stessa Anas. Una linea difensiva che finora ha evitato un'emorragia da 320 milioni al fondo rischi contenzioso. Almeno fino alla prossima primavera.

(Il Mondo, 27 gennaio 2012)