Infrastrutture, gare più semplici per le Pmi
Trattativa privata fino a 1 milione ed esclusione automatica per i maxi-ribassi
Milano, 6 maggio 2011 - Il pacchetto di misure per gli appalti contenuto nel decreto sviluppo semplificale gare soprattutto per le piccole e medie imprese. Va in questa direzione, ad esempio, il raddoppio della soglia per la trattativa privata che passa da 500mila euro a un milione, con l'obbligo però di invitare almeno dieci concorrenti nella nuova fascia. Allo stesso modo con l'esclusione automatica delle offerte anomale che sale dall'attuale limite di un milione alla soglia europea dei 4,8 milioni, si consente alle Pmi più sane una competizione non inquinata da ribassi insostenibili e, in definitiva, più veloce. L'esclusione automatica dei maxiribassi - che il decreto ammette fino al 2013 - dovrebbe riportare alla normalità questa fascia di mercato oggi diventata una sorta di arena con centinaia di candidati, che si sfidano a colpi di supersconti. Con l'esclusione automatica, invece, chi esagera con i ribassi viene tagliato fuori senza appello e la gara diventa anche più veloce. La semplificazione è piaciuta all'Ance: in un comunicato i costruttori hanno apprezzato «la scelta di preferire all'utilizzo del cosiddetto massimo ribasso, che favorisce le infiltrazioni della criminalità organizzata, metodi di gara alterativi, come l'esclusione automatica delle offerte anomale». Negativo, invece, il giudizio dell'Ance sul tetto massimo alle riserve del 20% secondo il presidente, Paolo Buzzetti, «penalizza le imprese anche nel caso di evidenti carenze ed errori nelle fasi progettuali».
Quella contenuta nel decreto sviluppo è in realtà una vera e propria riforma di vasta portata - la quarta dal 2006 - del Codice degli appalti. Fatta di tre assi portanti: il primo è un «tagliando» al Codice che comporta di fatto alcune semplificazioni, come appunto l'esclusione automatica, i modelli standard di bandi e la revisione delle cause di esclusione dalle gare. Il secondo asse è quello più duro da far digerire ai costruttori e riguarda appunto la compressione dei possibili sforamenti. La linea del rigore impostata da Tremonti è stata confermata senza oscillazioni dal Consiglio dei ministri di ieri. Dunque via libera senza modifiche, ad esempio, al nuovo tetto alle opere compensative, che passa dal 5 al 2% e comprende anche le opere di mitigazione ambientale. La soglia si applica da subito a tutti i progetti preliminari non ancora approvati e anche a tutte le infrastrutture non strategiche. Oltre al tetto del 20% alle riserve criticato dall'Ance, Tremonti è poi riuscito anche a ridurre le somme a disposizione per le varianti, che perdono il 50% dei risparmi ottenuti dai ribassi. Falliti anche gli ultimi tentativi di mediazione per lasciare intatti gli indennizzi sugli aumenti eccezionali dei materiali da costruzione: la percentuale che di anno in anno viene riconosciuta (e che sconta già una franchigia del 10% sull'aumento) viene dimezzata. C'è poi un terzo filone, con significative misure anti-crisi: la più importante è la proroga per altri due anni, fino al 2013, dei requisiti più morbidi per entrare nel mercato. In altre parole per abilitarsi nelle gare non si dovrà per forza ricorrere agli ultimi cinque bilanci, funestati dalla crisi. In alternativa, si potrà guardare più indietro e cercare i migliori cinque bilanci degli ultimi dieci anni. Stessa facilitazione anche per architetti, ingegneri e società di ingegneria che potranno esibire i migliori anni dell'ultimo decennio. Infine una proroga, anche questa molto attesa sia dalle imprese che dalle amministrazioni. Tra le norme inserite ieri in corsa nel decreto c'è appunto lo spostamento di sei mesi, fino a giugno 2011, del termine per rifare da capo i vecchi certificati lavori relativi alle dieci categorie che il Regolamento modifica. Intanto il ministro Matteoli si è impegnato a studiare una soluzione: il rischio è che si debba mettere mano a 150mila vecchi certificati (stime dell'Autorità contratti) alcuni firmati dai funzionari pubblici anche dieci anni fa e ormai praticamente seppelliti chissà dove.