La Commissione europea rafforza la protezione delle vittime di reato
Garantiremo che l'UE consideri innanzitutto le vittime di reato, ha dichiarato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria UE per la Giustizia
Bruxelles, 18 maggio 2011 - Un turista polacco rimane gravemente ferito a seguito di uno scippo di cui è vittima a Parigi. Un adolescente italiano viene aggredito all'uscita di una stazione della metropolitana di Helsinki. Ogni anno, nell'Unione europea, più di 75 milioni di cittadini possono diventare vittime di reati gravi e vivere un'esperienza che può avere ripercussioni fisiche, emotive e finanziarie devastanti per essi stessi e per le loro famiglie. Quando i reati avvengono all'estero, le differenze di cultura, lingua e normativa possono creare problemi notevoli. A chi si rivolgono le vittime di reato per chiedere aiuto? Quali diritti possono invocare? Secondo uno dei principi fondamentali dell'Unione europea, i cittadini devono essere trattati senza discriminazioni in tutti i paesi UE. Tale principio è stato confermato nella storica causa Cowan/Trésor public del 1989, in cui la Corte di giustizia ha deliberato che le vittime hanno il diritto al risarcimento dei danni indipendentemente dalla loro cittadinanza. Che abbiano subito uno scippo o siano state coinvolte in un attentato terroristico, tutte le vittime devono essere trattate con rispetto, ricevere protezione, trovare sostegno e avere accesso alla giustizia. Tuttavia, le normative attualmente in vigore nei diversi paesi dell'Unione europea sono talvolta lacunose e non sempre soddisfano tali bisogni fondamentali. Per questo motivo, oggi la Commissione europea propone un pacchetto di misure volte a introdurre e a garantire in tutta l'Unione europea un livello minimo di tutela dei diritti, di sostegno e di protezione per le vittime, indipendentemente dai luoghi di origine e residenza. Con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona, all'Unione europea è stata attribuita la competenza esplicita di legiferare in materia di vittime di reato.
"I nostri sistemi di giustizia penale si concentrano sulla cattura dei criminali e talvolta finiscono col trascurare le vittime. Le proposte presentate oggi garantiranno che l'UE consideri innanzitutto le vittime di reato", ha dichiarato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria UE per la Giustizia. "Ogni anno, milioni di cittadini sono vittime di reati, e ognuno di noi è una vittima potenziale. Le vittime di reato meritano rispetto, sostegno e protezione e devono sapere che possono ottenere giustizia. Per questo motivo, ho deciso di dare alle vittime di reato la considerazione che meritano nei sistemi UE di giustizia penale, garantendo che esse possano contare in tutta l'Europa su un livello minimo di tutela dei diritti e di sostegno".
Che si tratti di scippi, rapine, furti con scasso, aggressioni, violenze sessuali, molestie, intimidazioni, attentati terroristici o tratta di esseri umani, le vittime hanno le stesse esigenze fondamentali: essere riconosciute in quanto vittime ed essere trattate con rispetto e dignità, ricevere sostegno, vedere garantita la protezione della propria incolumità fisica e dei propri beni ed avere accesso alla giustizia e al risarcimento dei danni.
La Commissione intende garantire che tali esigenze siano soddisfatte in maniera più completa. Le proposte odierne prevedono il miglioramento delle normative nazionali già in vigore tramite l'adozione di norme minime a livello UE, di modo che tutte le vittime possano contare sul medesimo livello minimo di tutela dei diritti, indipendentemente dalla cittadinanza e dal luogo dell'UE in cui il reato si è consumato.
La proposta di direttiva che istituisce norme minime relative alle vittime di reato garantirà che in tutti i 27 paesi UE:
• le vittime di reato siano trattate con rispetto e che la polizia, i pubblici ministeri e i giudici ricevano una formazione adeguata in tal senso;
• le vittime ottengano informazioni comprensibili in merito ai loro diritti a alla loro situazione;
• siano istituite in tutti gli Stati membri forme di sostegno alle vittime di reato;
• le vittime possano partecipare ai procedimenti penali, se lo desiderano, e che siano messe nelle condizioni di assistere al processo;
• le vittime vulnerabili – quali i bambini, le vittime di violenze sessuali e le vittime disabili - vengano riconosciute in quanto tali e siano adeguatamente protette;
• le vittime siano protette durante le indagini di polizia e i procedimenti giudiziari.
Per contribuire a proteggere le vittime di violenze dal rischio di essere nuovamente oggetto di violenze da parte del loro aggressore, la Commissione propone anche un regolamento sul riconoscimento reciproco delle misure di protezione civili, che garantirà che le vittime di violenza (per esempio, la violenza domestica) possano continuare a contare, anche in caso di viaggio o trasferimento in un altro paese UE, sugli ordini di restrizione o di protezione emessi nei confronti del responsabile delle violenze.
La serie di proposte presentate oggi rappresenta un primo passo del processo che vedrà le vittime di reato oggetto di una considerazione sempre maggiore all'interno dei nostri sistemi giudiziari. Nei prossimi anni, la Commissione adotterà alcune iniziative volte a rafforzare le norme UE in vigore in materia di risarcimento delle vittime di reato, per garantire che queste abbiano un accesso adeguato al risarcimento, soprattutto qualora il reato sia avvenuto all'estero. Per dare alle vittime di incidenti della strada avvenuti in un altro paese UE la possibilità chiedere il risarcimento dei danni, la Commissione ha inoltre l'intenzione di rivedere la normativa UE esistente in materia di conflitto di leggi, in modo che i cittadini possano contare sugli stessi termini previsti nei rispettivi paesi di origine.
Contesto
Ogni anno, un numero di cittadini che può raggiungere il 15% della popolazione dell'Unione europea è vittima di un reato grave all'interno dell'UE. Inoltre, gli effetti dei reati possono ricadere anche su molti familiari stretti, chiamati ad aiutare i loro cari a superare il trauma e ad affrontare le penose conseguenze di lesioni fisiche o le difficoltà economiche causate dal reato. Il rischio di diventare una vittima di reato è uguale, sia che si rimanga a casa che durante un viaggio. Considerato che ogni anno gli europei fanno circa 1,25 miliardi di viaggi turistici nell'Unione europea, è inevitabile che alcuni di essi rimangano vittima di un reato in un paese diverso dal loro.
L'istituzione di norme minime riguardanti le vittime di reato rientra nel più generale obiettivo dell'UE di creare uno spazio europeo di giustizia, che garantisca che i cittadini possano contare sullo stesso livello minimo di tutela dei diritti e che essi abbiano fiducia nel sistema giudiziario ovunque si trovino all'interno dell'Unione europea.
Comprendendo il rispetto della dignità umana, della vita privata e della vita familiare e della proprietà, i diritti delle vittime di reato sono diritti fondamentali. Tali diritti vanno tutelati, così come i diritti delle altre persone coinvolte in un procedimento penale, per esempio gli imputati di un reato.
Un altro importante principio è quello che prevede la non discriminazione nell'accesso ai diritti delle vittime. La Corte di giustizia ha confermato per esempio, nella causa Cowan/Trésor public, che il riconoscimento di un risarcimento non può essere condizionato da considerazioni di cittadinanza. La causa in questione riguardava un turista britannico derubato e ferito mentre stava uscendo da una stazione della metropolitana di Parigi. La Corte ha decretato che il cittadino del Regno Unito dovesse essere trattato alla stregua di un cittadino francese per quanto riguarda il risarcimento dei danni subiti, in quanto, in qualità di turista, aveva il diritto di beneficiare della libertà di fornitura dei servizi.
Le nuove misure di miglioramento della protezione delle vittime di reato rientrano nelle iniziative della Commissione che fanno seguito alla Relazione 2010 sulla cittadinanza europea.