La Fano-Grosseto fa i conti
Un venti per cento dei fondi dai contributi europei
Pesaro, 30 settembre 2012 - Sono tre i pilastri su cui poggia la Fano-Grosseto: pedaggio, contratto di disponibilità per 45 anni e defiscalizzazione degli investimenti. E sono tutti abbastanza solidi, tanto che dopo anni di annunci e speranze disattese sembra essere arrivato il momento per il completamento della E-78. Ipotesi uscite rafforzate dal convegno di venerdì pomeriggio a Pesaro organizzato dal Governatore Gian Mario Spacca. L'80% dell'investimento dei privati (l'opera complessivamente costerà 2 miliardi e 900 milioni di euro e al momento l'unica manifestazione d'interesse giunta al ministero delle Infrastrutture è dell'Ati formata da Strabag, Astaldi e Cmc Ravenna) verrebbe coperto dal passaggio a pagamento sulla strada, dai benefici del decreto sulla defiscalizzazione che consentirà ai costruttori di recuperare parte dell'Iva versata e dal canone di locazione che, una volta terminati i lavori, lo Stato si impegnerà a corrispondere per 45 anni alla società che realizzerà l'opera. Si tratta di decine di milioni di euro all'anno. «Con la manifestazione alla galleria della Guinza di due anni fa abbiamo riacceso le luci su un'opera che era ormai caduta nel dimenticatoio - spiega il presidente della Provincia Matteo Ricci - In questi giorni stiamo parlando di studi di fattibilità, manifestazione di interesse e di lavori che potrebbero presto partire. Un grande risultato, avanti così».
Il restante 20% verrà finanziato anche grazie ai contributi europei. «Il progetto della Fano-Grosseto ha tutti i requisiti per accedere ai Fondi europei per un contributo pari al 50% della progettazione e ad una cifra vicina al 10/20% del costo dell'opera: sono disponibili per l'Europa 50 miliardi di euro ora vediamo quanti ne spetteranno all'Italia - commenta Giampaolo Basoli, esperto del Comitato Ten-T della commissione europea - C'è un forte interesse dell'Europa a realizzare un ponte di terra tra la Spagna e i Balcani verso la Turchia. I piloni di questo ponte sono i quattro porti: Civitavecchia, Livorno, Ancona e Ravenna».
Anche le Camere di Commercio dei 5 territori interessati dalla Strada dei Due Mari faranno la propria parte. Le Ccia di Pesaro Urbino, Arezzo, Perugia, Grosseto e Siena chiederanno ai propri soci un aumento della tassa di iscrizione all'ente camerale. Si tratta comunque di cifre marginali rispetto all'investimento complessivo. «Aumento di iscrizione alla Camera? Parliamone, di certo le imprese stanno vivendo momenti difficili e un aumento della fiscalità non fa certo piacere - spiega il presidente di Confindustria Claudio Pagliano - ma si tratta di un'arteria stradale fondamentale per tutto il paese». Desta maggiori perplessità il contributo che verrebbe dalla cattura di valore delle aree, principio che non ha funzionato al meglio nel modello Quadrilatero. Ma anche in questo caso si tratta di somme secondarie.
«Terza corsia autostradale, ospedale unico e Fano-Grosseto: opere fondamentali per lo sviluppo del nostro territorio - spiega il sindaco di Pesaro, Luca Ceriscioli - Senza contare l'indotto economico che sono in grado di generare».