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Briciole di pane

L'analisi Fillea sui bilanci dei big

Ai grandi l'estero non basta più per compensare il calo domestico

Roma, 4 luglio 2011 - La crescita del fatturato estero non è più sufficiente a compensare il calo interno. Le grandi imprese italiane sono ormai in sofferenza». Alessandra Graziani, responsabile dell'ufficio studi di Fillea Cgil presenta così i risultati dell'Osservatorio grandi imprese e lavoro preparato dal sindacato e presentato la scorsa settimana a Roma. Una ricerca che fotografa l'andamento del mercato per i grandi player del nostro Paese, sottolineando come la forte spinta delle commesse estere ormai non basti più. «Sono stabili o in lieve crescita le prospettive dei maggiori gruppi nel 2010», si legge nel rapporto. A guardare i numeri aggiornati alla prima metà dello scorso anno, infatti, quasi tutti hanno segni negativi sui ricavi o sul portafoglio ordini. Impregilo fa registrare un -24,2% nei ricavi, Trevi un -8%, Cmc un -3,7%. Astaldi vede gli ordini inchiodati a -0,2% e Vianini a -7,2 per cento. «Il mercato interno è andato sempre più contraendosi — dice Walter Schiavella, segretario generale di Fillea Cgil —, perché mancano le risorse ma anche perché ci sono problemi con le procedure e con le modalità di spesa». Un fenomeno che nota anche Marco Ferrara, responsabile relazioni industriali di Impregilo: «Il nostro Paese è al penultimo posto in Europa per investimenti di imprese straniere. Siamo poco attrattivi». Le cause sono da cercare nelle lungaggini burocratiche e politiche, come testimonia la vicenda del ponte sullo Stretto, che riguarda proprio Impregilo. Oltre ad auspicare un miglioramento nella quantità e qualità dell'erogazione di fondi pubblici, la ricerca pone un accento sulla necessità di innovare e diversificare. «Soprattutto le imprese specialistiche — prosegue Graziani — hanno dimostrato grandi capacità in questo senso». A confermare che l'introduzione di attività diverse da quelle "core" sia una strada da percorrere, c'è anche Francesco Aldrelli, direttore risorse umane della Cmb: «Per noi è stato un processo naturale. Dopo avere avviato alcuni project financing ospedalieri sono arrivate una serie di attività connesse, non legate all'edilizia. E questi fenomeni in futuro conosceranno livelli di sviluppo fortissimi».
(Fonte: Il Sole 24 Ore)