L'Ecologia della strada
Il ruolo fondamentale della promozione di iniziative a vantaggio della sicurezza stradale e dell'ambiente
Roma, 18 marzo 2011 - La road ecology è una scienza applicata, più precisamente una branca dell’ecologia applicata, che si occupa delle interazioni tra grandi infrastrutture (strade, autostrade, ferrovie) ed ambiente naturale circostante.
La costruzione e l’utilizzo di infrastrutture di trasporto provoca infatti impatti sull’ambiente che si manifestano in: distruzione di ecosistemi, inquinamento, frammentazione degli habitat, “effetto barriera” per la fauna, mortalità di animali per investimento. Per garantire lo sviluppo sostenibile, conservando il patrimonio essenziale costituito dalle risorse naturali, è necessario armonizzare le esigenze della società umana con quelle del resto della natura. Si tratta di una grande sfida, in cui un elemento essenziale è la promozione di reti ecologiche al fianco di quelle tecnologiche (autostrade, strade, ferrovie, elettrodotti, ecc.).
La road ecology, per minimizzare gli effetti negativi che le infrastrutture generano sulle popolazioni animali e vegetali non si limita agli interventi di mitigazione di una struttura ma si integra, in fase progettuale, ad altre discipline quali l’idrogeologia (che si occupa di regimare le acque di scorrimento superficiale minimizzando i rischi di erosione e frane), alla landscape ecology ed alla pianificazione territoriale e paesaggistica.
Sul tema della road ecology è attiva IENE - Infra Eco Network Europe, la rete di collaborazione internazionale che analizza la frammentazione degli habitat causata dalle infrastrutture di trasporto.
IENE ha lo scopo di promuovere una rete di trasporto paneuropea efficiente, sostenibile e sicura, l’individuazione delle misure per conservare la biodiversità e la riduzione degli incidenti stradali con la fauna.
Per conseguire i suoi obiettivi IENE organizza convegni internazionali e riunisce progettisti stradali ed ecologi per trovare soluzioni tecniche per prevenire e mitigare gli impatti delle infrastrutture sugli ecosistemi e la fauna selvatica.
In Italia negli ultimi anni sono aumentate attività, soprattutto a livello locale che ruotano attorno al tema della rete ecologica ma la situazione resta discontinua, differente da regione a regione, perché si fonda esclusivamente sulla volontà di singoli tecnici o amministratori. La responsabilità è da attribuire soprattutto all’inerzia degli organi di governo centrale che non indirizzano, attraverso una normativa ad hoc, le società di progettazione e gestione verso comportamenti ecosostenibili. Attualmente, l’unica attività in corso di interesse nazionale è il gruppo di lavoro promosso da ISPRA (Istituto Superiore Protezione Ricerca Ambientale vigilato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) denominato “Deframmentazione del territorio e reti ecologiche”, che ha lo scopo di produrre delle Linee Guida.
L’Anas è da sempre impegnata in una valorizzazione del proprio patrimonio, in particolare di quegli aspetti di “simbiosi vitale” con il territorio tipici della strada”.
In Abruzzo, ad esempio, per la Statale 80 del Gran Sasso d’Italia, l’Ente Parco Gran Sasso e Monti della Laga ha attivato un percorso ambientale e turistico-culturale che, in accordo con l’Anas, vede le case cantoniere riadattate a foresterie e punti informativi”. Nel Parco dell’Appia Antica a Roma, invece, l’aver messo in galleria il Grande Raccordo Anulare testimonia la possibilità di un migliore inserimento dei manufatti nel contesto paesaggistico. Un altro progetto interessa la Statale della Cisa, in Emilia Romagna. Nel Medioevo, era una derivazione importante della Via Francigena, poi il tracciato conobbe nuovo impulso in epoca napoleonica: la strada avrebbe dovuto congiungere Parma con La Spezia nella prospettiva che questo porto diventasse, assieme a Tolone, il più importante di tutto il Mediterraneo. Dopo il Congresso di Vienna Maria Luigia, Duchessa di Parma, riprese i lavori con notevoli opere di ampliamento. L’Anas ha curato un progetto di recupero della Casa Cantoniera “Ducale” di Casola. Le Case cantoniere “ducali” – realizzate, per l’appunto, dalla Duchessa di Parma – sono una preziosa testimonianza dell’architettura di inizio Ottocento.
La costruzione e l’utilizzo di infrastrutture di trasporto provoca infatti impatti sull’ambiente che si manifestano in: distruzione di ecosistemi, inquinamento, frammentazione degli habitat, “effetto barriera” per la fauna, mortalità di animali per investimento. Per garantire lo sviluppo sostenibile, conservando il patrimonio essenziale costituito dalle risorse naturali, è necessario armonizzare le esigenze della società umana con quelle del resto della natura. Si tratta di una grande sfida, in cui un elemento essenziale è la promozione di reti ecologiche al fianco di quelle tecnologiche (autostrade, strade, ferrovie, elettrodotti, ecc.).
La road ecology, per minimizzare gli effetti negativi che le infrastrutture generano sulle popolazioni animali e vegetali non si limita agli interventi di mitigazione di una struttura ma si integra, in fase progettuale, ad altre discipline quali l’idrogeologia (che si occupa di regimare le acque di scorrimento superficiale minimizzando i rischi di erosione e frane), alla landscape ecology ed alla pianificazione territoriale e paesaggistica.
Sul tema della road ecology è attiva IENE - Infra Eco Network Europe, la rete di collaborazione internazionale che analizza la frammentazione degli habitat causata dalle infrastrutture di trasporto.
IENE ha lo scopo di promuovere una rete di trasporto paneuropea efficiente, sostenibile e sicura, l’individuazione delle misure per conservare la biodiversità e la riduzione degli incidenti stradali con la fauna.
Per conseguire i suoi obiettivi IENE organizza convegni internazionali e riunisce progettisti stradali ed ecologi per trovare soluzioni tecniche per prevenire e mitigare gli impatti delle infrastrutture sugli ecosistemi e la fauna selvatica.
In Italia negli ultimi anni sono aumentate attività, soprattutto a livello locale che ruotano attorno al tema della rete ecologica ma la situazione resta discontinua, differente da regione a regione, perché si fonda esclusivamente sulla volontà di singoli tecnici o amministratori. La responsabilità è da attribuire soprattutto all’inerzia degli organi di governo centrale che non indirizzano, attraverso una normativa ad hoc, le società di progettazione e gestione verso comportamenti ecosostenibili. Attualmente, l’unica attività in corso di interesse nazionale è il gruppo di lavoro promosso da ISPRA (Istituto Superiore Protezione Ricerca Ambientale vigilato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) denominato “Deframmentazione del territorio e reti ecologiche”, che ha lo scopo di produrre delle Linee Guida.
L’Anas è da sempre impegnata in una valorizzazione del proprio patrimonio, in particolare di quegli aspetti di “simbiosi vitale” con il territorio tipici della strada”.
In Abruzzo, ad esempio, per la Statale 80 del Gran Sasso d’Italia, l’Ente Parco Gran Sasso e Monti della Laga ha attivato un percorso ambientale e turistico-culturale che, in accordo con l’Anas, vede le case cantoniere riadattate a foresterie e punti informativi”. Nel Parco dell’Appia Antica a Roma, invece, l’aver messo in galleria il Grande Raccordo Anulare testimonia la possibilità di un migliore inserimento dei manufatti nel contesto paesaggistico. Un altro progetto interessa la Statale della Cisa, in Emilia Romagna. Nel Medioevo, era una derivazione importante della Via Francigena, poi il tracciato conobbe nuovo impulso in epoca napoleonica: la strada avrebbe dovuto congiungere Parma con La Spezia nella prospettiva che questo porto diventasse, assieme a Tolone, il più importante di tutto il Mediterraneo. Dopo il Congresso di Vienna Maria Luigia, Duchessa di Parma, riprese i lavori con notevoli opere di ampliamento. L’Anas ha curato un progetto di recupero della Casa Cantoniera “Ducale” di Casola. Le Case cantoniere “ducali” – realizzate, per l’appunto, dalla Duchessa di Parma – sono una preziosa testimonianza dell’architettura di inizio Ottocento.