Legalità e qualità nelle opere pubbliche, come superare le criticità
Le proposte di Legambiente, Libera, Cgil, Cisl, Uil

Roma, 1 aprile 2015 – Cambiare in modo radicale il sistema che governa appalti e lavori, rinnovare la programmazione delle opere pubbliche attraverso un confronto pubblico trasparente ed analisi costi benefici serie ed indipendenti; individuare opere realmente utili a rendere più moderno il Paese, garantendo l’efficienza delle infrastrutture e attirando gli investitori. Far uscire i cantieri delle opere pubbliche in Italia dal malaffare, rendendo possibile la realizzazione di opere nell'interesse generale che possano tenere assieme innovazione, qualità, sviluppo, occupazione, tutela dei diritti dei lavoratori.
Si muove lungo queste direttrici ideali, il decalogo "Legalità e qualità nelle opere pubbliche", presentato ieri da Legambiente, Libera, Cgil, Cisl e Uil e indirizzato al Governo, come stimolo all’adozione delle opportune misure.
Lo proponiamo in lettura, dando conto sinteticamente dei contenuti.
Per rinnovare il settore delle costruzioni e ridurre il gap infrastrutturale del Paese, occorre, innanzitutto, intervenire sugli strumenti già in campo.
A questo obiettivo, sono indirizzati i primi cinque punti del decalogo: rendere più efficace il quadro normativo; assegnare appalti di lavori, servizi e concessioni pubbliche solo tramite gare standardizzate; rafforzare i corpi tecnici dello Stato per eliminare il ricorso a professionisti esterni in progettazione e direzione lavori; affidare lavori solo sulla base di progettazioni esecutive; implementare e migliorare il sistema delle whitelist.
Non basta. Occorre indirizzare uno sforzo particolare al miglioramento della qualità dei controlli.
E’ questo il tema affrontato dagli ultimi cinque punti del documento: attuare il miglior controllo istituzionale; rendere efficace il controllo tecnico per ogni appalto; garantire completa trasparenza e incoraggiare il controllo civico; proteggere l’ambiente; tutelare i lavoratori.