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Briciole di pane

Maxiopere, subappalti al 90%

Per la Torino-Lione si studia il ritorno ai minilotti e aiuti alle Pmi del territorio

Milano, 28 marzo 2011 - Nei maxiappalti assegnati con gara in base alla legge obiettivo, i general contractor hanno affidato ad altre imprese (quasi sempre in via diretta) la gran parte delle lavorazioni. In alcuni casi si supera il 90%, in un caso si arriva al 100% (si veda la tabella).
Ma le medie imprese affidatane spesso lamentano trattamenti vessatori da parte dei big, su prezzi, tempi di pagamento ed eccessiva frammentazione dei contratti.
Intanto, però, la legge per semplificare l'avvio delle piccole imprese (cosiddetto "Statuto delle imprese"), approvata in prima lettura dalla Camera quasi all'unanimità, riapre la discussione sulla giusta dimensione dei lotti nelle grandi opere. E il gigantismo dei maxilotti e lo strumento del general contractor lanciati dieci anni fa da Berlusconi e Lunardi (ministro delle Infrastrutture 2001-2006) sembrano ritornare in discussione.
La legge sollecita le pubbliche amministrazioni a «suddividere gli appalti in lotti», a «semplificare l'accesso agli appalti da parte delle aggregazioni fra micro, piccole e medie imprese», a favorire nelle grandi opere le imprese dei territori interessati.
Pur con una norma di principio, l'inversione di marcia è totale. E parlando con il commissario Mario Virano si scopre che per la Torino-Lione è già in fase avanzata lo studio insieme a Rfi e Ltf dello spezzettamento in lotti dell'opera, e dello scorporo di molte lavorazioni al fine di renderle il più possibile a misura delle imprese locali.

Fonte: Il Sole 24 Ore Edilizia e Territorio