Moretti: Ue debole, apra i mercati
L'amministratore delegato di Fs chiede reciprocità e concorrenza sui servizi interni - Pieno sostegno da Castelli
Roma 4 marzo 2011 - Un "faccia a faccia" pubblico, franco, a tratti aspro, come non si era mai visto, fra Mauro Moretti, numero uno di Fs, Giuseppe Sciarrone, amministratore delegato di Ntv, e il viceministro delle Infrastrutture, Roberto Castelli. Oggetto: le liberalizzazioni ferroviarie, cosa fare per sanare i paradossi del caso italiano che presenta punte avanzate nell'apertura del mercato dell'alta velocità ma ha un mercato regionale bloccato e una regolazione debolissima. Nella mattinata organizzata da Federmanager non mancano punti di contatto nelle ricette delle due imprese concorrenti sull'alta velocità: si a un'Authority per i trasporti che non sia l'Antitrust, sì a una netta separazione fra i servizi di mercato e quelli sussidiati con il servizio universale, stop alla massa di aiuti all'autotrasporto che droga il settore delle merci. Opinioni convergenti anche sul fatto che non spetti più alle Fs garantire i treni dove questi sono fuori mercato e non vengono pagati dallo Stato o dalle regioni. Moretti conferma che è pronto a tagliare 149 treni se nessuno li sovvenzionerà oppure, se si dovranno fare, propone che le perdite siano condivise con gli operatori che viaggiano solo sulle tratte ricche. Moretti attacca a tutto campo l'Europa, le sue regole, le sue timidezze e l'atteggiamento verso i grandi player francese e tedesco: questo distingue il suo intervento dagli altri. A un tavolo dove partecipano anche l'Antitrust, gli uffici della commissione europea e il regolatore italiano collocato nel ministero delle Infrastrutture, l'amministratore delegato di Fs polemizza a tutto campo e incassa solo il sostegno di Castelli. «Il governo sostiene Fs in questa battaglia», dice il viceministro. Moretti chiede reciprocità nell'apertura dei mercati. «In Francia -dice - ho fatto domanda ma non mi fanno entrare e la cosa ridicola è che per opporsi hanno comunicato a Bruxelles che avevamo sbagliato a compilare un modulo». Lamenta che in Italia Fs incassa. per il trasporto regionale 12,9 centesimi di euro a passeggero-chilometro, tra tariffe e sovvenzioni, mentre Db in Germania incassa 22 centesimi e la Sncf in Francia 25 centesimi. Moretti chiede anche che, nel «recasting» delle attuali direttive, l'Unione abbia il coraggio di allargare la liberalizzazione ai servizi interni e non solo ai trasporti marginali. Poi ci vogliono trasparenza contabile per tutte le compagnie ferroviarie, un coordinamento delle Authority nazionali, un unico processo autorizzativo per licenze, materiale rotabile, assegnazione tracce, regole di accesso alla rete. Per Sciarrone la liberalizzazione italiana ha bisogno di un «aggiustamento» che comprenda - oltre all'Authority e alla regolamentazione del servizio universale - anche la riforma del trasporto regionale che oggi consente a Fs di firmare contratti da 6+6 anni. «Di questo passo riparliamo di mercato nel 2023», dice, offrendo la disponibilità di Ntv a partecipare alle gare se sarà strutturato un vero mercato in quel segmento. Sciarrone, però, vuole ribadire soprattutto la missione di Ntv e dei suoi azionisti (fra cui Luca Cordero di Montezemolo e Diego Della Valle). «La nostra azienda - dice - è accusata di aver puntato solo alla crema e di aver scartato tutto ciò che non è dolce. Nulla di più falso. Va apprezzato, invece, il coraggio di questa iniziativa, nessuno che non sia un soggetto pubblico ha mai rischiato così tanti soldi sulle ferrovie in Italia». «Altro che crema, stanno scegliendo le ciliegie migliori», ha replicato Moretti. Ma le scintille arrivano a fine mattinata quando sul palco va Castelli che non risparmia una battuta tagliente. « È del tutto evidente - dice - che il processo di nascita di Ntv non stato così trasparente». Sciarrone protesta e Castelli precisa. «Non ce l'ho con l'azienda che ha fatto tutto in regola, ma con il governo di allora che ha permesso questa nascita». Riferimento al governo Prodi Parole «pesanti», ha ancora interrotto Sciarrone, che ha poi puntualizzato: «Noi abbiamo fatto tutto in perfetta regola, non abbiamo avuto nessun vantaggio dal governo Prodi». Quando cadde Prodi, dice Sciarrone, «l'avventura di Ntv era appena partita e sospendemmo le nostre attività per quattro mesi, mentre l'ok al progetto è arrivato dal nuovo governo con ampio supporto delle dichiarazioni di Berlusconi».
(Fonte: Il Sole 24 Ore)
(Fonte: Il Sole 24 Ore)