Nella Pubblica amministrazione cresce l'attenzione verso il bilancio sociale: in Italia l'adozione è su base volontaria
Anas predispone il Bilancio di sostenibilità già dal 2008
Roma, 2 marzo 2011 - Dal pubblico al privato, tutti pazzi per il bilancio sociale. Dopo le imprese, la rendicontazione sociale sta infatti contagiando anche l'amministrazione pubblica diventando un potente strumento di comunicazione bidirezionale con i propri stakeholders, favorendo, da un lato, la trasparenza dell'agire amministrativo e sollecitando, dall'altro, la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.
Purtroppo non ci sono cifre che attestino quanti siano gli enti locali che adottano il bilancio sociale, in quanto in Italia l'adozione è su base volontaria come anche per le imprese. Ma da una banca dati del Formez, il centro servizi, assistenza, studi e formazione per l'ammodernamento delle Pa, aggiornata al 15 dicembre 2007, risultano almeno 369 le esperienze di rendicontazione sociale (considerate in diversi anni), realizzate da 207 amministrazioni pubbliche italiane.
In particolare, le esperienze segnalate volontariamente alla banca dati riguardano: 102 comuni, 33 province, 3 regioni, 3 comunità montane, 20 camere di commercio, 32 aziende sanitarie locali e 34 altre amministrazioni. Un dato che ovviamente è in continua crescita. Risale, infatti, al 2010, il primo bilancio sociale dell'Unità sanitaria locale della Valle d'Aosta, sui risultati del 2008.
In particolare, il bilancio sociale ''è uno strumento utile per far capire ai cittadini a cosa servono i loro soldi'' spiega Sergio Chiamparino, sindaco di Torino e presidente Anci sottolineando che ''diventerà uno strumento essenziale in periodi di federalismo, in generale, e di autonomia fiscale per i Comuni. Nel momento in cui i cittadini sono chiamati a pagare una tassa in più, hanno il diritto di sapere dove vanno a finire quei soldi''.
Insomma, ''è uno strumento di trasparenza dell'attività pubblica e quindi di responsabilità di chi amministra''. Vista l'importanza, ''nasce la necessità di far conoscere di più questo strumento che resta ancora per gli addetti ai lavori''. Condivide lo stesso parere, Daniele Manca, sindaco di Imola, che sottolinea l'importanza di partecipazione dei cittadini: ''Sempre più chiaro è il bilancio e sempre più facile il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte che noi come amministrazione compiamo''.
Per rafforzare il processo di promozione e sostegno di pratiche di responsabilità sociale e di rendicontazione ai cittadini attraverso il bilancio sociale da parte delle amministrazioni pubbliche, il Formez, già da qualche anno ha avviato diversi progetti fornendo delle Linee Guida specificamente progettate per il settore pubblico e un supporto informativo per la loro adozione.
Ma tra la Pa, c'è addirittura chi, nel campo comunicativo, è ancora più innovativo. Come il Comune di Reggio Emilia che adotta il report integrato, che consente di rendicontare in maniera unitaria i risultati finanziari, ambientali, sociali e di governance. Nel mondo sono appena una ventina le organizzazioni che stanno sperimentando questo nuovo approccio e circa il 3% delle azienda quotate, secondo il Global Fortune 250. Tra cui Philips, Novo Nordisk, TNT, Novartis e Basf. In Italia, tra le altre, oltre al Comune di Reggio Emilia, figurano Banca Fideuram e Monnalisa, ma sono in molte a mostrare interesse.
''E' un elemento di trasparenza e di valutazione dei risultati ottenuti sulla base degli obiettivi che ci si era prefissati. Una valutazione che i cittadini dimostrano di apprezzare'' ha spiegato Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e vicepresidente Anci sottolineando che ''questo tipo di bilancio permette di farti giudicare e richiede uno sforzo agli amministratore sull'indicare le priorità''. Insomma, conclude, ''è un investimento che alla lunga paga''.
Anche l’Anas, la Società delle strade, ha colto l’importanza di questo innovativo strumento e già dal 2008 l’azienda redige il c.d. Bilancio sociale. Obiettivo di Anas è affermarsi sempre di più come punto di eccellenza e di riferimento nella realizzazione delle opere pubbliche, per la qualità della progettazione, per le soluzioni adottate - che, in un’ottica di continuo miglioramento, debbono sempre privilegiare l’adozione delle migliori tecnologie - per le modalità di realizzazione delle opere secondo procedure trasparenti, per l’impegno nella difesa della legalità e della sicurezza del lavoro, perseguendo standard di efficienza che consentano il rispetto dei tempi e del costo delle opere. La missione di Anas, in qualità di soggetto di derivazione pubblica, è per definizione sociale. Da qui l’esigenza di rendicontare agli stakeholder l’impatto sociale delle attività svolte, inteso come insieme delle conseguenze prodotte nella comunità dai propri interventi.
La predisposizione di un Bilancio di Sostenibilità, a partire dall’anno 2008, si colloca all’interno di un percorso, intrapreso nel 2001 a seguito della trasformazione in società per azioni, che affonda le proprie radici in un sistema di cultura e di valori d’impresa sempre più diffuso e condiviso, e che pone al centro dell’attenzione:
gli stakeholder ed i legittimi interessi di cui sono portatori
il territorio con i propri bisogni di riqualificazione e di crescita
l’ambiente che è una ricchezza da tutelare
la comunità sociale con le proprie aspettative
le risorse umane uno dei principali asset
gli utenti che esprimono una crescente domanda di sicurezza e di servizi
Il Bilancio di Sostenibilità dell’anno 2009 è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione il 4 novembre 2010 ed è attualmente in fase di verifica dal G.R.I.
Nel corso del 2010 Anas ha aderito al progetto del “Global Compact”, il network multi-stakeholder dell’Organizzazione delle Nazioni Unite; il Global Compact è un’organizzazione che incoraggia le imprese di tutto il mondo a creare un quadro economico, sociale e ambientale atto a promuovere un'economia mondiale sana e sostenibile che garantisca a tutti l'opportunità di condividerne i benefici.
Purtroppo non ci sono cifre che attestino quanti siano gli enti locali che adottano il bilancio sociale, in quanto in Italia l'adozione è su base volontaria come anche per le imprese. Ma da una banca dati del Formez, il centro servizi, assistenza, studi e formazione per l'ammodernamento delle Pa, aggiornata al 15 dicembre 2007, risultano almeno 369 le esperienze di rendicontazione sociale (considerate in diversi anni), realizzate da 207 amministrazioni pubbliche italiane.
In particolare, le esperienze segnalate volontariamente alla banca dati riguardano: 102 comuni, 33 province, 3 regioni, 3 comunità montane, 20 camere di commercio, 32 aziende sanitarie locali e 34 altre amministrazioni. Un dato che ovviamente è in continua crescita. Risale, infatti, al 2010, il primo bilancio sociale dell'Unità sanitaria locale della Valle d'Aosta, sui risultati del 2008.
In particolare, il bilancio sociale ''è uno strumento utile per far capire ai cittadini a cosa servono i loro soldi'' spiega Sergio Chiamparino, sindaco di Torino e presidente Anci sottolineando che ''diventerà uno strumento essenziale in periodi di federalismo, in generale, e di autonomia fiscale per i Comuni. Nel momento in cui i cittadini sono chiamati a pagare una tassa in più, hanno il diritto di sapere dove vanno a finire quei soldi''.
Insomma, ''è uno strumento di trasparenza dell'attività pubblica e quindi di responsabilità di chi amministra''. Vista l'importanza, ''nasce la necessità di far conoscere di più questo strumento che resta ancora per gli addetti ai lavori''. Condivide lo stesso parere, Daniele Manca, sindaco di Imola, che sottolinea l'importanza di partecipazione dei cittadini: ''Sempre più chiaro è il bilancio e sempre più facile il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte che noi come amministrazione compiamo''.
Per rafforzare il processo di promozione e sostegno di pratiche di responsabilità sociale e di rendicontazione ai cittadini attraverso il bilancio sociale da parte delle amministrazioni pubbliche, il Formez, già da qualche anno ha avviato diversi progetti fornendo delle Linee Guida specificamente progettate per il settore pubblico e un supporto informativo per la loro adozione.
Ma tra la Pa, c'è addirittura chi, nel campo comunicativo, è ancora più innovativo. Come il Comune di Reggio Emilia che adotta il report integrato, che consente di rendicontare in maniera unitaria i risultati finanziari, ambientali, sociali e di governance. Nel mondo sono appena una ventina le organizzazioni che stanno sperimentando questo nuovo approccio e circa il 3% delle azienda quotate, secondo il Global Fortune 250. Tra cui Philips, Novo Nordisk, TNT, Novartis e Basf. In Italia, tra le altre, oltre al Comune di Reggio Emilia, figurano Banca Fideuram e Monnalisa, ma sono in molte a mostrare interesse.
''E' un elemento di trasparenza e di valutazione dei risultati ottenuti sulla base degli obiettivi che ci si era prefissati. Una valutazione che i cittadini dimostrano di apprezzare'' ha spiegato Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e vicepresidente Anci sottolineando che ''questo tipo di bilancio permette di farti giudicare e richiede uno sforzo agli amministratore sull'indicare le priorità''. Insomma, conclude, ''è un investimento che alla lunga paga''.
Anche l’Anas, la Società delle strade, ha colto l’importanza di questo innovativo strumento e già dal 2008 l’azienda redige il c.d. Bilancio sociale. Obiettivo di Anas è affermarsi sempre di più come punto di eccellenza e di riferimento nella realizzazione delle opere pubbliche, per la qualità della progettazione, per le soluzioni adottate - che, in un’ottica di continuo miglioramento, debbono sempre privilegiare l’adozione delle migliori tecnologie - per le modalità di realizzazione delle opere secondo procedure trasparenti, per l’impegno nella difesa della legalità e della sicurezza del lavoro, perseguendo standard di efficienza che consentano il rispetto dei tempi e del costo delle opere. La missione di Anas, in qualità di soggetto di derivazione pubblica, è per definizione sociale. Da qui l’esigenza di rendicontare agli stakeholder l’impatto sociale delle attività svolte, inteso come insieme delle conseguenze prodotte nella comunità dai propri interventi.
La predisposizione di un Bilancio di Sostenibilità, a partire dall’anno 2008, si colloca all’interno di un percorso, intrapreso nel 2001 a seguito della trasformazione in società per azioni, che affonda le proprie radici in un sistema di cultura e di valori d’impresa sempre più diffuso e condiviso, e che pone al centro dell’attenzione:
gli stakeholder ed i legittimi interessi di cui sono portatori
il territorio con i propri bisogni di riqualificazione e di crescita
l’ambiente che è una ricchezza da tutelare
la comunità sociale con le proprie aspettative
le risorse umane uno dei principali asset
gli utenti che esprimono una crescente domanda di sicurezza e di servizi
Il Bilancio di Sostenibilità dell’anno 2009 è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione il 4 novembre 2010 ed è attualmente in fase di verifica dal G.R.I.
Nel corso del 2010 Anas ha aderito al progetto del “Global Compact”, il network multi-stakeholder dell’Organizzazione delle Nazioni Unite; il Global Compact è un’organizzazione che incoraggia le imprese di tutto il mondo a creare un quadro economico, sociale e ambientale atto a promuovere un'economia mondiale sana e sostenibile che garantisca a tutti l'opportunità di condividerne i benefici.