Pei news: Turchia, Venezia rilancia la "Via della Seta"
Il porto di Venezia si affaccia in Turchia
Ankara, 15 marzo 2011 - Il porto di Venezia si affaccia in Turchia. In vista del viaggio in Turchia del sottosegretario Alfredo Mantica, l'ambasciata italiana ad Ankara ha organizzato nella città sul Bosforo un convegno per presentare i nuovi piani di sviluppo dello scalo veneziano, che intende consolidarsi come snodo strategico degli scambi commerciali tra la Turchia e l'Europa. L'evento, organizzato in collaborazione con l'ufficio Ice di Istanbul, ha messo in mostra una delle realtà più floride nel settore delle infrastrutture marittime italiane: con oltre 26 milioni di tonnellate di merci transitate nel 2010, quello di Venezia è il porto leader nell'Adriatico per la movimentazione di container e il terzo in Europa nel settore del general cargo, oltre a essere l'unico dei grandi porti italiani dotato di uno scalo fluviale.
Al centro del convegno, a cui erano presenti anche il viceministro agli Affari marittimi turco Hasan Naiboglu e il presidente della Camera di commercio marittima di Istanbul Metin Kalkavan, il progetto attivato dall'Autorità portuale veneziana di un nuovo terminal dedicato alle Autostrade delMare a Fusina, operativo a partire da giugno 2013. "È una grande opportunità per far riscoprire a Venezia la sua antica vocazione di porta europea dell'Oriente", ha dichiarato l'ambasciatore italiano ad Ankara Gianpaolo Scarante, veneziano doc, che ritiene "essenziale sostenere e promuovere iniziative di partenariato tra Italia e Turchia volte, da un lato, a sfruttare le opportunità offerte dai rispettivi mercati e, dall'altro, a esplorare congiuntamente le potenzialità dei mercati terzi". L'evento è stato anche l'occasione per proporre l'attivazione di nuovi servizi marittimi che colleghino la Turchia al Centro Europa.
Con un tasso di crescita economica pari all'8,5% nel 2010, Ankara è uno dei principali partner commerciali dell'Italia: l'interscambio tra i due paesi ha raggiunto l'anno scorso un volume di 16,7 miliardi di dollari (+23,2% rispetto all'anno precedente), con un saldo positivo per l'Italia pari a 3,7 miliardi di dollari.