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Briciole di pane

Pronto il primo decreto attuativo della riforma del Catasto

La ridefinizione del metodo di calcolo del valore degli immobili non sarà immediata

Roma, 29 aprile - Dopo circa 70 anni di discussioni in merito, la riforma del catasto sembra avvicinarsi.
Il testo del primo dei decreti legislativi in materia, previsti dalla legge di delega fiscale, al quale il ministero dell'Economia lavora da settimane, è sostanzialmente pronto, anticipa il quotidiano la Repubblica, e dovrebbe fra non molto preso in esame dalle Commissioni di Camera e Senato.
 

Gli elementi principali di riforma si concentrano sulla ridefinizione delle competenze delle commissioni censuarie, organi introdotti nel 1886 e rimasti per lo più non operativi. Le novità introdotte dal decreto attribuiscono infatti un ruolo fondamentale alle commissioni che dovranno occuparsi di identificare i nuovi algoritmi che definiranno le rendite catastali e il valore medio ordinario degli immobili, eliminando così le tariffe d’estimo e le correlate categorie e classi. Un cambiamento radicale, dunque, perché la funzione statistica individuata considererà il valore di mercato al metro quadrato delle abitazioni, andando a sostituire il vecchio sistema che teneva conto dei vani. Verranno presi inoltre in considerazione anche altri parametri, quali, ad esempio, l’efficienza energetica, la presenza di scale, il piano, l’esposizione, lo stato di manutenzione e la presenza di servizi nel quartiere.
Anche la composizione delle commissioni verrà modificata vedendo la partecipazione, tra gli altri, dei rappresentanti dell’Agenzia delle Entrate e delle associazioni di categoria del mondo immobiliare, assieme a magistrati, tecnici ed esperti di statistica ed econometria.
 

Tuttavia il processo di ridefinizione del valore patrimoniale degli immobili e delle rendite catastali sulla base di valori aggiornati a quelli di mercato, così come previsto dalla riforma, non sarà una operazione immediata. I dati di un cospicuo numero abitazioni presenti sul territorio italiano non sono infatti disponibili né presso l’Osservatorio del Mercato Immobiliare né presso la ex Agenzia del Territorio- ente, quest’ultimo incorporato nel 2012 nell’Agenzia delle Entrate-. Sarà dunque necessario procedere con la rilevazione delle stime dirette, un procedimento che richiederà senz’altro del tempo; per tale ragione e per la generale complessità della riforma (la cui attuazione ricordiamo essere subordinata ad una serie di decreti, di cui quello in dirittura d’arrivo è solamente il primo), è probabile che occorreranno almeno 5 anni per avere un nuovo Catasto. A tale proposito si era espresso non molto tempo fa anche il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera, il quale aveva dichiarato, in un’audizione in Commissione al Senato, che le tempistiche potrebbero essere inferiori rispetto a quanto previsto.


Ad ogni modo si tratta di una riforma epocale ed estremamente delicata, sulla quale pesa l’occhio attento delle associazioni di categoria e dei proprietari di case, preoccupati che nella ridefinizione dei valori si commettano errori che potrebbero tradursi, ad esempio, in un incremento della tassazione. Se la riforma verrà dunque calibrata con attenzione e non vi saranno battute d’arresto in corso d’opera, infondo, dopo aver atteso per oltre mezzo secolo, un quinquennio appare decisamente un periodo accettabile.
 

Chiara Natalini