Rapporto Aci-Censis: italiani troppo indisciplinati alla guida
Sono sempre più trasgressivi e distratti gli italiani al volante
Le dieci infrazioni più ricorrenti al Codice della Strada sono: parcheggio in divieto di sosta (27,8% del campione intervistato), superamento dei limiti di velocità (23,5%), parcheggio in doppia fila (21,7%), mancato uso delle cinture (18,4%) e delle frecce (10,1%), passaggio con semaforo rosso (9,6), inversione a U (4,9%), violazione delle zone a traffico limitato (4,8%), inosservanza della precedenza (4,2%) e sorpasso a destra (3,2%). Le percentuali già preoccupanti sul superamento dei limiti di velocità e sul mancato uso delle cionture di sicurezza, crescono ulteriormente nella fascia di età 18-34 (30,9%; 30,2%) e 35-44 anni (23,5%; 19,9%).
"L'automobile conferma il suo primato tra le abitudini degli italiani - dichiara il presidente dell'Automobile Club d'Italia, Enrico Gelpi - ma tra i conducenti dilaga un senso di onnipotenza al volante, soprattutto tra i più giovani, che deve essere rapidamente contrastato con specifiche iniziative istituzionali e nuove attività di sensibilizzazione. L'inesperienza facilita una maggiore propensione alla trasgressione tra i neopatentati, verso i quali vanno delineati percorsi di formazione continua che favoriscano consapevolezza dei rischi e comportamenti più responsabili".
La guida sotto l'influsso di alcol si attesta nettamente come la principale preoccupazione degli automobilisti (64,9%), seguita dall'eccesso di velocità con il 49,8%. Dal 2003, la quota dei 18-24enni coinvolti nel binge drinking (il consumo di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un'unica occasione) è un dato stabile e riguarda il 22,6% dei maschi e l'8,4% delle femmine. Il 4,2% degli automobilisti tra i 18 e i 29 anni dichiara di non limitare il consumo di alcol pur sapendo di doversi mettere al volante contro una media totale dell'1,8% che decresce all'avanzare degli anni. Il 12,7% dei giovani dichiara, infine, di non limitare il consumo ma di lasciar guidare qualcuno al posto suo. "Fortunatamente" cresce rispetto all'anno scorso la quota dei 18-29enni che sceglie di limitare il consumo (44,5% rispetto al 36,6% del 2009), ma è ancora troppo alta e in crescita la percentuale di chi sceglie di non limitarsi (4,2% rispetto al 3,4% del 2009).
I controlli per la guida in stato di ebbrezza, d'altra parte, crescono sensibilmente (dai circa 250mila del 2006 agli 1,4 milioni del 2008) ma rappresentano soltanto il 4% delle patenti attive. Le infrazioni accertate dalla polizia stradale nel 2009 per guida sotto l'effetto di alcol sono state in totale 26.912. A queste si aggiungono le 5.625 rilevate dalla Polizia Municipale. Ancora 16 province, tuttavia, risultano sprovviste della strumentazione necessaria a effettuare le opportune verifiche.
Gli automobilisti sembravo approvare l'introduzione della "tolleranza zero" nel nuovo Codice della Strada: il grado di accordo supera il 93% (59,7% molto d'accordo e 34,1% abbastanza d'accordo). Preoccupa, ma non stupisce, che siano i più giovani a presentare il maggior grado di disaccordo. Il 13,5% dei 18-29enni è, infatti, poco o per nulla d'accordo rispetto ad una media totale del 6,2% I giovani - meno convinti della necessità di punire con severità la guida in stato di ebbrezza (47,1% rispetto ad una media del 51,7%) - appaiono più propensi della media a reprimere con maggiore severità la guida contromano (39,5%; la media è36%) e il passaggio col rosso (43%; media = 41%). Inoltre è in forte crescita il consumo di alcol fuori pasto tra gli adolescenti. Tra i 14 e i 17 anni, tra il 1999 e il 2009 questa modalità di consumo di bevande alcoliche passa dal 15,4% al 18,9%. Il consumo di alcol fuori pasto cresce maggiormente per le ragazze (dal 12,8% al 17,4%), ma rimane più diffuso tra i maschi, per i quali passa dal 18% al 20,4%.
I minori, quando si trovano al volante delle Microcar (vero e proprio status symbol), adottano comportamenti particolarmente pericolosi e assolutamente irrispettosi delle norme. Ci si entra "in 5, servendosi anche del bagagliaio"; si modificano, per toccare almeno i 70/80 Km/h; in un paio d'anni, si fanno già "2-3 incidenti, legati per lo piu' alla distrazione e/o al superamento dei limiti di velocità"; si risponde tranquillamente al cellulare anche senza auricolare o kit vivavoce e si ignora persino che indossare le cinture è obbligatorio. Poco prudenti anche i giovani dueruotisti (15-18 anni), che tendono a violare il Codice della Strada con più frequenza, perché "è più facile farlo di quanto non lo sia con la macchinetta", che "è comunque una macchina e quindi è più grande! Nel traffico devi stare in coda, non puoi svicolare...".
Le microcar sono comunque considerate piè sicure di una moto, perché "quando cadi dal motorino è più facile farsi male...". Sorpassi pericolosi, mancanza di arresto agli stop, niente precedenza, guida contromano, le infrazioni piu' segnalate. Piena diffusione, invece, per l'utilizzo del casco. Se il cellulare e' quindi il principale fattore di distrazione al volante, ci sono altre disattenzioni tipiche degli automobilisti: cercare o sollevare qualcosa (27,1%) e fumare (21,9%) ma anche i cartelloni/manifesti pubblicitari (16,6%). I comportamenti piu' virtuosi dei patentati si registrano alla guida della bicicletta. Il 79% dei ciclisti (34% del totale degli intervistati) non commette "mai" infrazioni. Un atteggiamento profondamente virtuoso che trova triste ragion d'essere nel fatto che la bici non è ancora considerata un mezzo di trasporto valido per gli spostamenti urbani. Tra il 2000 e oggi, pur essendo triplicata l'estensione delle piste ciclabili urbane (da 1.000 a 3.227 km) la percentuale di spostamenti urbani in bicicletta - sul totale degli spostamenti - è rimasta identica: era il 3,8% nel 2000, è il 3,8% oggi.