Reti di Comunicazione in pillole al 5 novembre 2012
Sicurezza stradale: pubblicati i dati ISTAT-ACI sugli incidenti nel 2011
L'ISTAT e l'ACI hanno pubblicato il 31 ottobre i dati relativi agli incidenti stradali nel 2011. I dati mostrano che nel 2011 si sono registrati in Italia 205.638 incidenti stradali con lesioni a persone, con 3.860 morti e 292.019 feriti. Rispetto all'anno 2010 si riscontra una diminuzione del numero degli incidenti (-2,7%) e dei feriti (-3,5%) e un calo più consistente del numero dei morti (-5,6%). La diminuzione del numero di morti, rispetto al 2001, risulta pari al 45,6%, una diminuzione significativa, ma che risulta ancora sotto l'obiettivo fissato dall'Unione Europea nel Libro Bianco del 2001, che prevedeva la riduzione della mortalità del 50% entro il 2010.L'indice di mortalità (numero di morti ogni 100 incidenti), che è passato da 2,70 nel 2001 a 1,88 nel 2011, mostra che gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (escluse le autostrade), dove si registrano 4,7 decessi ogni 100 incidenti. Nel 2011 sulle strade extraurbane, comprensive delle strade Statali, Provinciali, Comunali extraurbane e Regionali, si sono infatti verificati 37.608 incidenti (18,3% del totale), che hanno però causato 1.778 morti, pari al 46,1% del totale.Tra questi, la larghissima maggioranza, pari a 31.240 incidenti con 1.596 morti, si sono verificati su strade extraurbane ad una carreggiata a doppio senso.Gli incidenti sulle strade urbane sono meno gravi, con 1,1 morti ogni 100 incidenti mentre sulle autostrade tale indice è pari a 3,1. L'analisi dell'incidentalità sulle strade urbane dei grandi Comuni italiani mostra una notevole variabilità sul territorio con indici di mortalità più alti a Napoli (1,8), Venezia (1,6), Messina (1,4) e Catania (1,3) e molto più bassi a Trieste (0,3), Milano e Genova (0,4). Sulle strade extraurbane (compresi i raccordi e le autostrade) un indice di mortalità alto è rilevato a Trieste (5,3), a Catania (4,9) e a Firenze (4,0), mentre più basso a Genova (0,6) a Bologna (0,9) e a Venezia (1,0).Nell'ambito degli incidenti tra veicoli, la tipologia di incidente più diffusa sono gli scontri frontali-laterale (71.069 casi con 883 morti e 104.638 feriti), quelli laterali (25.167 incidenti con 196 morti e 32.910 feriti) e quelli frontali (12.670 incidenti con 610 morti e 20.917 feriti), seguiti dal tamponamento (37.749 casi con 364 morti e 62.389 persone ferite). Tra gli incidenti a veicoli isolati, la fuoriuscita o sbandamento del veicolo rappresenta il caso più diffuso (9,5% sul totale incidenti), con 19.443 incidenti con 752 morti e 24.358 feriti. L'investimento di pedone rappresenta il 9,3% degli incidenti (19.155 casi), in cui hanno perso la vita 561 persone e 21.622 sono rimaste ferite. Nel 2011 è stato registrato un aumento, rispetto al 2010, pari al 7,2% dei conducenti di biciclette morti in incidenti stradali (282 morti) e dell'11,7% dei feriti (pari a 16.171). I conducenti morti alla guida di "minicar o microcar" rappresentano circa lo 0,4% del totale dei conducenti deceduti. Negli incidenti con motocicli si sono registrati 48.268 feriti e 864 morti. Nel 2011 l'indice di mortalità per categoria di veicolo (rapporto tra il numero dei morti e il numero dei veicoli, per categoria per cento) registra valori più elevati per le biciclette (1,6), i motocicli (1,7) e le "microcar" (1,7), mentre per le autovetture è pari allo 0,7%.Il mancato rispetto delle regole di precedenza, la guida distratta e la velocità troppo elevata sono le prime tre cause di incidente, che costituiscono complessivamente il 45,2% dei casi. Sulle strade extraurbane la prima causa di incidente è la guida distratta o l'andamento indeciso (pari al 19,7%), seguita dalla guida con velocità troppo elevata (pari al 18,1%), mentre sulle strade urbane è il mancato rispetto delle regole di precedenza o semaforiche (19,6%).I passeggeri infortunati, morti e feriti, sono pari complessivamente a 69.510 e risultano particolarmente concentrati, per entrambi i sessi, nella classe di età 15-24 anni (18.853 complessivamente). Frequenze rilevanti tra gli infortunati (pari complessivamente a 8.624) si registrano anche per i bambini tra 0 e 14 anni, fatto che evidenzia la necessità di mantenere alta l'attenzione sul corretto utilizzo dei dispositivi di sicurezza (cinture di sicurezza) e dei sistemi di ritenuta (seggiolini) studiati appositamente per i bambini.
Consiglio Trasporti UE: pronta la Direttiva di rifusione del primo pacchetto ferroviario
In seguito ad un compromesso raggiunto con il Parlamento europeo, il Consiglio trasporti del 29 ottobre ha adottato in via definitiva la proposta di direttiva che prospetta una rifusione del "primo pacchetto ferroviario" (direttive 2001/12/CE, 2001/13/CE e 2001/14/CE) al fine di creare uno spazio ferroviario unico europeo che garantisca servizi più competitivi ed efficienti. Il PE aveva già approvato il testo di compromesso il 3 luglio scorso. La nuova direttiva, che entrerà in vigore dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell'UE, prevede tra l'altro: 1) l'istituzione, a livello di ogni singolo Stato membro, di organismi di regolamentazione indipendenti per vigilare sul buon funzionamento del mercato e gestire i reclami delle imprese ferroviarie; 2) per assicurare una pianificazione corretta delle infrastrutture ferroviarie, contratti di finanziamento da parte delle autorità pubbliche della durata minima di 5 anni; 3) la separazione contabile tra gestori dell'infrastruttura e imprese ferroviarie al fine di garantire la trasparenza ed evitare qualsiasi trasferimento illegale di fondi pubblici tra le due entità. La Commissione si è impegnata ad approfondire quest'ultimo aspetto nell'ambito del quarto pacchetto ferroviario che dovrebbe essere presentato entro la fine dell'anno.
Studi e Ricerche per il Mezzogiorno sul trasporto marittimo: nel 2011 Italia terza in UE per movimento merci via mare (478 milioni di tonnellate) grazie a 37 miliardi di investimenti in nuova flotta. Aumenta stazza media delle navi merci nel Mediterraneo anche nel 2012. Opportunità di crescita per le imprese del Sud.
Il 23 ottobre SRM - Studi e Ricerche per il Mezzogiorno ha presentato a Genova una ricerca intitolata "Trasporto marittimo e Sviluppo economico. Scenari Internazionali, analisi del traffico e prospettive di crescita". La ricerca contiene dati e statistiche sul traffico marittimo, sulla numerosità della flotta, sulle aree di sviluppo del settore e sui punti di forza e debolezza del trasporto marittimo. Ne emerge il quadro di un settore che, nonostante la crisi, ha continuato ad investire e ad innovare. Il trasporto marittimo di merci contribuisce all'internazionalizzazione del nostro sistema manifatturiero, anche grazie alla presenza di punte di eccellenza - approfondite nella ricerca - quali il cluster marittimo campano e le realtà portuali di Genova e Trieste.Tra i dati contenuti nella ricerca si segnalano i seguenti:l'Italia è al terzo posto in Europa per merci movimentate via mare. Il nostro Paese è tra le nazioni che hanno reagito meglio alla crisi (+5,2%, rispetto al +2,2% del Regno Unito, al +3,5% Spagna, al -0,6% della Francia);nel periodo 2001-2011 sono stati investiti dagli armatori oltre 37 miliardi di euro in nuove navi ed oggi l'Italia vanta una delle flotte più giovani e tecnologicamente avanzate. Il 67% del naviglio ha età inferiore ai 10 anni e il 46% meno di 5 anni;i porti italiani hanno un forte grado di internazionalizzazione: il 65% del traffico merci è relativo a navigazione internazionale;nel 2011 nei porti italiani sono state movimentate 478 milioni di tonnellate di merci. Le imprese del settore sono concentrate prevalentemente nel Mezzogiorno (in particolare in Campania sono presenti 1.056 unità, pari al 15% del totale nazionale);nel 2011, a fronte della riduzione del numero delle navi in transito, il canale di Suez ha registrato un aumento del 7,1% delle merci trasportate, a dimostrazione dell'incremento delle dimensioni delle navi che transitano sulle rotte est-ovest. Il trend è confermato anche per il 2012;nel periodo 2005-2011 i porti hub della sponda sud del Mediterraneo hanno incrementato la propria quota di mercato dal 18% al 30%. Avanzano in particolare i porti di Tanger Med e Port Said;l'interscambio dell'Italia verso i Paesi dell'Area mediterranea ammonta a circa 57,7 miliardi di euro e di questi, oltre il 70% (pari a 40,6 miliardi di euro) è ascrivibile al trasporto marittimo. Nel 2011 i Paesi dell'Area hanno rappresentato il 17% dell'interscambio marittimo totale dell'Italia;l'interscambio marittimo dell'Italia verso l'Area mediterranea si concentra soprattutto nei Paesi del sud del Mediterraneo (il 51% nel 2011). E' cresciuto nel tempo il peso dell'interscambio verso i Paesi del Mediterraneo orientale (+19,4% tra il 2008 e il 2011); in particolare verso la Turchia (+24,3% tra il 2008 ed il 2011).
UE: consultazione su e-freight
Il 26 ottobre la Commissione ha avviato una consultazione pubblica, che si concluderà il 17 gennaio prossimo, sull'iniziativa e-freight volta a migliorare il flusso di informazioni relative al trasporto di merci tra varie modalità di trasporto e vari Stati membri. In particolare, per facilitare la tracciabilità delle merci in tempo reale, la Commissione intende realizzare uno "sportello unico" per gli adempimenti amministrativi, elaborare un documento di trasporto unico in formato elettronico e definire un quadro adeguato per l'adozione delle tecnologie di rintracciamento delle merci.
Agenzia per l'Italia Digitale: Ragosa nominato Direttore
Il Consiglio dei Ministri ha preso atto, nel Consiglio del 30 ottobre 2012, della nomina di Agostino Ragosa, ingegnere delle telecomunicazioni, a Direttore dell'Agenzia per l'Italia Digitale. La nomina, frutto di una valutazione collegiale e svoltasi con procedura innovativa, è stata gestita dai Ministri dello Sviluppo economico Corrado Passera, della Pubblica amministrazione e Semplificazione Filippo Patroni Griffi, dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Francesco Profumo, che hanno gestito direttamente l'esame di più di duecento candidature giunte a seguito dell'Avviso per la selezione del Direttore generale dell'Agenzia per l'Italia Digitale pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 217 del 17 settembre 2012. Dall'agosto 2004 all'agosto 2012 Ragosa è stato Chief Operating Officer del Gruppo Poste Italiane dove, da settembre, ricopre l'incarico di Responsabile dell'innovazione e dello sviluppo ICT, ruolo che lascerà per svolgere il nuovo incarico.