Rinnovabili, per l'Italia servono incentivi e efficiente strategia politico-ambientale
Il ministro Corrado Passera spiega come il governo stia lavorando per creare un documento dedicato allo stato energetico del Paese
Roma, 14 dicembre 2011 - Nonostante i buoni risultati del 2011, il cammino dell’Italia lungo il sentiero della crescita sostenibile è ancora arduo. In un momento di crisi come quello che il Paese oggi sta attraversando può realmente fare la differenza una politica che mira alla riduzione del prezzo dell’energia elettrica. Adesso più che mai, infatti, per famiglie e imprese di piccole e medie dimensioni rappresenta un problema il prezzo nazionale dell’elettricità. Ad affermarlo è il ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e dei Trasporti Corrado Passera che, intervenuto al convegno di Terna ‘La nuova sfida per il sistema elettrico’, spiega come “questo fenomeno oggi accada soprattutto per motivi di struttura del nostro sistema energetico, dal momento che non possiamo beneficiare dello stesso mix di fonti diffuso negli altri Paesi ma anche per l'esistenza di vincoli di rete che dovranno essere superati nel medio termine”.
Per Passera, dunque, "la sfida che il governo deve affrontare è quella di rendere più economico il costo della materia prima e più efficiente la strategia energetico-ambientale: più efficienza degli incentivi alle rinnovabili, maggior sfruttamento dell'efficienza energetica in tutte le sue forme e promozione di una maggiore concorrenzialità interna". Secondo Passera la risposta può arrivare da una "maggiore autonomia e sicurezza energetica, minore impatto ambientale, maggiore capacità di scambio con l'estero”.
Sul potenziamento delle infrastrutture di rete, sull’aumento della sicurezza energetica e su un meccanismo coerente di incentivazione delle rinnovabili punta la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, anche lei presente al convegno di Terna. Marcegaglia ha spiegato come sia necessario "un nuovo assetto di regolamentazione per dare risposte immediate al mercato. Per essere più competitiva l'Italia dovrebbe poi ridurre la differenza di prezzo dell'elettricità con il resto d'Europa. Nonostante le riforme che ci sono state - ha ribadito la numero uno di Confindustria - il differenziale del prezzo dell'elettricità è ancora a livelli non trascurabili. A settembre 2011 la differenza con il resto d'Europa ammontava a circa 29 euro a megawatt". Infine, parlando delle energie rinnovabili Marcegaglia ha sottolineato che "si deve trovare un criterio razionale e coerente del livello di incentivazione, la green economy è un volano di crescita e può creare nuove aziende e posti di lavoro ma lo sviluppo di questo settore non può andare a discapito di altri settori industriali. Sono quindi necessari incentivi allineati con gli altri Paesi europei, solo così si potranno garantire alle nuove tecnologie prospettive di crescita stabili nel medio e lungo periodo".