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Briciole di pane

Scheda: potenziare la Palermo-Catania

Palermo, 28 febbraio 2011 - Per avere credibilità in Europa bisogna spendere i fondi assegnati (bene ed entro i termini fissati) «sino all'ultimo euro». E se ci si trova prigionieri di progetti che non riescono a decollare è meglio cambiare obiettivi, concentrandosi su un minor numero di progetti a più alto impegno di spesa. Come dire meglio pochi «dossier», di forte impatto, piuttosto che inseguire una miriade di obiettivi, non di rado suggeriti da logiche localistiche e clientelari. È questo il messaggio che il ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto ha consegnato a Palermo al governatore siciliano Raffaele Lombardo, spronandolo a riprogrammare entro fine marzo la spesa per scongiurare il disimpegno dei fondi Fas (fondi per le aree sottoutilizzate) e Por (programma operativo regionale). Fitto ha suggerito di «definanziare progetti che sono fermi da anni per concentrare le risorse su pochi ma grandi interventi strategici», quelli cioè che aiutano le imprese a produrre e alzano la qualità della vita nella Regione. Per esempio potenziare la tratta ferroviaria Palermo-Catania, 200 chilometri per i quali occorrono oggi, se tutto va bene, quattro ore. Lombardo col suo Mpa è all'opposizione a Roma, tuttavia ha dato atto a Fitto di essere sceso a Palermo con uno spirito «costruttivo» e dunque di avere tenuto durante il confronto sulla spesa dei fondi europei «una linea di collaborazione». Fitto però sottolinea: «Il problema reale non è la quantità delle risorse bensì la capacità e la qualità della spesa. I ritardi sono dovuti talvolta a fattori esterni, altre volte al metodo di spesa delle Regioni». Una tirata d'orecchie. Ed ha altresì ammonito che «per avere uno spazio adeguato» a Bruxelles serve «credibilità», ottenibile solo dimostrando di «avere speso sino all'ultimo euro». Tirando le somme globali dei fondi europei 2007-20013, il ministro ha ricordato che «il dato complessivo di spesa da rendicontare entro il 31 dicembre è di 5,6 miliardi di euro». Per la Sicilia si tratta di un miliardo e 431 milioni di euro, dei quali sono stati utilizzati finora 500 milioni: restano da rendicontare 930,5 milioni di fondi Fesr cui si aggiungono 373,5 Fse per un totale di 1,3 miliardi. «Per scongiurare il rischio di disimpegno bisogna riprogrammare la spesa — è il messaggio di Fitto — spostando le risorse su altre misure». «Quelle utili allo sviluppo della Sicilia — concorda Lombardo — anche se spendere un miliardo entro fine anno è quasi impossibile». Negativo il giudizio di Gaetano Armao, assessore regionale all'Economia presente all'incontro di Palazzo d'Orleans: «Il Piano del Sud resta un insieme vago di idee sullo sviluppo, niente di più di qualche linea ferroviaria ad Alta capacità e qualche strada, unilateralmente decise dal Governo nazionale senza coinvolgere le Regioni. Si vorrebbe finanziare con le risorse già assegnate alla Sicilia, ma dopo averle ridotte del 16% e intendendo destinarle anche a compiti istituzionali dello Stato che al Nord continuerà a finanziarle direttamente, e nel Sud le scarica sui fondi dello sviluppo». Due ore d'incontro tra i tecnici regionali e quelli inviati da Roma al seguito di Fitto, tutti concordi nel definire «patologica» la parcellizzazione dei fondi ma ancora lontani dal trovare la soluzione. Il prossimo passo? Lavorare su numeri e obiettivi e rivedersi la prossima settimana per mettere a punto il programma operativo.
(Fonte: Il Corriere del Mezzogiorno)

Aldo Cangemi