Sicurezza stradale, Traversi (Mit): "Per giovani incidenti prima causa di morte"
Roma, 17 nov. (Adnkronos) - ''Vorrei iniziare dal rendere omaggio alla Giornata mondiale in ricordo delle vittime di incidenti stradali che si è celebrata ieri in tutto il mondo. Ieri come oggi i nostri pensieri vanno alle tante, troppe persone che hanno perso i propri cari nelle strade quest'anno. È a loro che trasmettiamo il nostro sentimento di solidarietà e vicinanza in un giorno triste in cui assieme alla celebrazione dolorosa del ricordo di chi non c’è più siamo costretti a guardare il futuro e fare progetti''. Lo ha sottolineato il sottosegretario al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Roberto Traversi, ieri in occasione del convegno di Anas sulla sicurezza stradale. ''Perché se c’è un modo per onorare la memoria di chi ha perso la vita sulle strade, questo è sicuramente impegnarsi affinché quelle morti non siano vane e tutto quel dolore diventi sforzo e ostinazione a perseverare nel lavoro necessario a ridurre il rischio di altre tragedie che causino ancora altre vittime - ha continuato Traversi-. Ricordo a tutti noi, e per quando il dato ci sia noto ripetercelo aiuta a dare le dimensioni del fenomeno, che nel mondo gli incidenti stradali costituiscono l’ottava causa di morte per la popolazione, la prima nella classe di bambini fra i 5 e i 14 anni e per i giovani fra i 15 e i 29 anni. Ogni giorno, in tutto il mondo, gli incidenti stradali uccidono 500 bambini. Più di qualsiasi guerra. In Italia, sulle nostre strade, nel 2019 sono morte secondo i dati Istat 3173 persone''.''Lo scorso settembre, l’Assemblea Generale dell’ONU ha proclamato la 'Seconda Decade di Azione per la Sicurezza Stradale 2020-2030' fissando l’obiettivo di ridurre del 50% in dieci anni il numero delle vittime di incidenti stradali'', ha continuato Traversi.''Perché senza adeguati interventi in quella data l’incidentalità diventerà la quinta causa di morte nel mondo, con una cifra pari a 2,4 milioni di vittime all’anno. Significa che in dodici mesi, sulle strade del pianeta, perderà la vita quasi l’intera città di Roma. Bambini, adulti e anziani. Donne e uomini. Più degli abitanti di Milano e Napoli messi insieme - ha aggiunto Traversi-. Per questo tutto il nostro impegno è rivolto ad una adeguata programmazione degli interventi da realizzare con il Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale al 2030. In questi ultimi mesi abbiamo lavorato per definire gli Indirizzi generali e le linee guida per l'attuazione dello stesso che saranno presto sottoposte al parere delle competenti Commissioni parlamentari''.''Dalle linee guida verrà redatto il Piano vero e proprio da cui deriveranno le azioni concrete da mettere in atto per ridurre il rischio di incidentalità. Nel nostro lavoro abbiamo deciso di porre particolare attenzione a 5 categorie deboli su cui definire altrettante linee strategiche: ciclisti, pedoni, utenti delle due ruote motorizzate, bambini, over 65 - ha spiegato Traversi-. Con particolare attenzione alle nuove forme di mobilità e all’interno del perimetro delle cinque linee di azione abbiamo di fare un focus, del tutto nuovo, anche sulle misure del post-incidente, per garantire maggiore efficacia e tempestività del sistema di soccorso, e per ampliare e specializzare le strutture riabilitative sul territorio nazionale''.''Un altro aspetto caratterizzante del nostro lavoro, poi, è quello del confronto continuo con gli attori presenti sul territorio. A partire dell’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia con la quale ci siamo confrontati in questi mesi per mettere a punto modifiche al codice della strada a sostegno e promozione di diverse forme di mobilità, in particolare quella leggera, senza trascurare i rischi per la sicurezza che questo comporta e comporterà'', ha continuato Traversi.''Inoltre siamo intervenuti per tutelare alcune aree urbane specifiche e soggette a rischio incidente. Come le scuole, attorniamo alle quali abbiamo definito una speciale 'zona scolastica' di tutela rafforzata per la sicurezza, dei pedoni e non soltanto. Inoltre, sempre lavorando con gli entri locali, stiamo avviando un progetto sperimentale per lo studio dei flussi di traffico da casa a scuola che consentirà di organizzare al meglio la viabilità delle nostre città, evitare il congestionamento e diversificare l’uso dei mezzi di trasporto'', ha aggiunto Traversi.''È un impegno che in parte ci è stato obbligato dalle nuove necessità imposte dalla pandemia e dall’esigenza, ad esempio, di deflazionare i volumi del trasporto pubblico locale che tanto sta soffrendo delle regole di distanziamento e limitazione di accesso ai mezzi. Ma, in realtà, tutto ciò che stiamo mettendo in moto a livello di ricerca e sperimentazione potrà diventare un’esperienza concreta anche nelle politiche di intervento per la riduzione degli incidenti - ha continuato Traversi-. Siamo coscienti che la lotta per la sicurezza stradale è una lotta per la vita. Constatiamo ogni giorno, e non soltanto grazie ai numeri, i progressi compiuti e i risultati ottenuti in questi anni di impegno. Ma sappiamo altresì che questi progressi sono migliorabili.'''Obiettivo zero vittime', appunto. Sarà una utopia, forse. Ma consentitemi di citare Eduardo Galeano: l’utopia è come l’orizzonte, e per quanto sembri allontanarsi ad ogni passo che facciamo, ci serve innanzitutto per continuare a camminare. E quindi a fare progressi, ad avvicinarci ancora a quell’obbiettivo ambizioso che ci siamo posti. Perché se è vero che la sensibilità nei confronti della sicurezza stradale è sicuramente in aumento, è altrettanto vero purtroppo che questo mutamento spesso fatica a tradursi in comportamenti concreti ed abitudini radicate - ha concluso Traversi -. Noi invece sogniamo di vivere in un Paese in cui merci e persone si muovono in sicurezza, dove il rischio di incidenti è ridotto al minimo, in cui le generazioni future potranno crescere libere dall’inquinamento e le persone anziane camminare sicure. Sogniamo tra 10 anni città più sicure e sostenibili, innovative e tecnologiche. Sogniamo di raggiungere l’obiettivo 'Zero vittime' il prima possibile, e lo dobbiamo soprattutto per tutti coloro di cui ieri abbiamo celebrato il ricordo''.