Trasporti: benzina e gasolio a +14,2% nel 2012
Secondo calcoli della Coldiretti su dati Istat. Per i coltivatori fra gli effetti dei rincari anche un taglio drastico della spesa alimentare
Roma, 7 gennaio 2013- Nel 2012 i prezzi dei prodotti energetici “non regolamentati” (come benzina e gasolio), avrebbero fatto segnare un aumento del 14,2%. Lo dice la Coldiretti che ha condotto una analisi sui dati Istat relativi al 2012 in riferimento al rialzo dei listini della benzina nel 2013 da parte di alcune compagnie.
“L’aumento del costo dei carburanti – sottolinea la Coldiretti - rappresenta un forte ostacolo alla ripresa economica in un Paese come l’Italia dove l’86% delle merci viaggia su strada”. Secondi l’organizzazione dei coltivatori diretti, il “caro benzina” mette a rischio la competitività delle imprese ma anche i bilanci dei cittadini. Sempre stando ai calcioli dell’organizzazione agricola, infatti, “per effetto dei continui incrementi nel 2012 un litro di benzina ha superato del 40 per cento il chilo di pasta e del 50 per cento il un litro di latte”. In questo modo, l'aumento dei prezzi dei carburanti avrebbe, secondo gli agricoltori, contribuito a ridurre la disponibilità per sei italiani su dieci (61%) che hanno dovuto tagliare il carrello della spesa per effetto del crollo del potere d'acquisto, mentre un 6% non riesce ad arrivare a fine mese. Si tratterebbe di un “rapporto di cambio che – secondo Coldiretti -, non è eticamente ed economicamente sostenibile”.
“L’aumento del costo dei carburanti – sottolinea la Coldiretti - rappresenta un forte ostacolo alla ripresa economica in un Paese come l’Italia dove l’86% delle merci viaggia su strada”. Secondi l’organizzazione dei coltivatori diretti, il “caro benzina” mette a rischio la competitività delle imprese ma anche i bilanci dei cittadini. Sempre stando ai calcioli dell’organizzazione agricola, infatti, “per effetto dei continui incrementi nel 2012 un litro di benzina ha superato del 40 per cento il chilo di pasta e del 50 per cento il un litro di latte”. In questo modo, l'aumento dei prezzi dei carburanti avrebbe, secondo gli agricoltori, contribuito a ridurre la disponibilità per sei italiani su dieci (61%) che hanno dovuto tagliare il carrello della spesa per effetto del crollo del potere d'acquisto, mentre un 6% non riesce ad arrivare a fine mese. Si tratterebbe di un “rapporto di cambio che – secondo Coldiretti -, non è eticamente ed economicamente sostenibile”.